Roma - È meglio godersi gli interessi su 19 milioni di euro in Bot depositati in banca oppure puntare tutto su una campagna elettorale per le elezioni europee e amministrative nelle quali lanciare «cavalli di razza» come David Sassoli, Luigi Berlinguer e Rita Borsellino?
A questa domanda un onesto padre di famiglia risponderebbe scegliendo la prima opzione. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, ha scelto la seconda. Come testimoniato dal primo bilancio del Partito democratico relativo al 2008. Nei fatti di rilievo avvenuti dopo il 31 dicembre si segnala infatti che «l’avvenuto disinvestimento dei titoli di Stato (19,082 milioni a fine esercizio) al fine di far fronte agli impegni della campagna elettorale». Non è cosa da poco: per tutti gli «impegni» elettorali del 2008 (politiche, regionali e amministrative varie) l’allora segretario Veltroni aveva speso 18,418 milioni dei quali solo 9 milioni sborsati direttamente dal partito, mentre il resto l’avevano garantito Ds, Margherita e sedi locali. Ne consegue che il 26,2% racimolato alle ultime consultazioni non può proprio considerarsi un grande risultato visto che un minore investimento solo un anno prima aveva prodotto oltre il 33% dei consensi.
Comunque sia, c’è un altro fatto da registrare. È proprio vero che la nascita del Pd ha «stinto» il tradizionale rosso della sinistra italiana. Non solo quello ideologico del passato comunista, ma anche - direbbe Walter Veltroni - quello del conto economico che nel recente passato dei Ds ha rappresentato sempre una costante. Il primo bilancio del Pd si è chiuso infatti con un avanzo di 146,492 milioni di euro.
Non si sorprenda il lettore della cifra paragonabile a quella degli utili di un medio gruppo bancario o di una grande azienda quotata prima della crisi. Si tratta di un risultato derivante dal computo dei ricavi che assomma i 182 milioni di euro di rimborsi elettorali per la legislatura (dei quali 175 milioni per Camera e Senato) computati per competenza, ossia sulla base delle previsioni di entrata, e non per cassa. Degli altri 8 milioni di ricavi provenienti dai contributi di persone fisiche e giuridiche si segnalano i 200mila euro provenienti da due società del gruppo Arvedi (Ilta Inox e Arinox), i 60mila della coop Cns di Bologna, i 55mila dell’amministratore delegato della M&G Guido Ghisolfi. Insomma, a parte le libere donazioni incoraggiate dal segretario Veltroni, si tratta di soldi dei contribuenti.
E come li ha impiegati il Pd? Detto delle spese elettorali, restano gli altri costi. In primis quelli per il personale che nel caso del Partito democratico ammontano a circa 3,6 milioni di euro. D’altronde, a libro paga ci sono ben 141 dipendenti e 3 collaboratori. Nella fattispecie si annoverano 11 giornalisti (10 a tempo indeterminato), 119 impiegati (97 a tempo indeterminato) e 9 autisti (6 a tempo indeterminato). Che probabilmente guideranno «auto blu» o vecchie macchine di Ds e Margherita visto che sono iscritti a bilancio automezzi per 7mila euro. Altri 10 milioni sono stati destinati ai contributi ad associazioni, dei quali 3,15 milioni di quota-parte del Partito radicale (che nel 2008 ha corso con il Pd) e 6,5 milioni alle sedi locali del partito. E per la sede? Ben 550mila euro sono stati destinati a un fondo per l’affitto di via S. Andrea delle Fratte dalla Margherita, mentre 75mila euro sono stati spesi per la ristrutturazione del loft di piazza S. Anastasia e 178mila euro per la «casa» virtuale del sito web.
Infine non si devono trascurare le due controllate del Pd: Eventi Italia srl e Eventi Italia Feste srl, tutte e due di Franceschini & C. hanno il 100% delle quote. La prima ha organizzato la Festa democratica di Firenze del 2008 e in seguito si è occupata di organizzare e gestire Youdem.tv il canale ufficiale voluto da «Uolter». Per quest’ultima sono stati spesi 196mila euro in due successivi aumenti di capitali e 100mila euro di finanziamento infruttifero a loro volta impiegati per 87mila euro per la piattaforma web e per 159mila euro per gli studios televisivi nella sede del partito. A Eventi Italia non è andata troppo male: ha perso solo 1.800 euro e in cassa ha 243mila euro.
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