Sara Armella, neo presidente di Fiera di Genova, lo aveva anticipato al Giornale di Bordo dello scorso 6 agosto: «Per noi la Darsena nautica è un asset strategico che non intendiamo perdere, ma senza ricorrere alle carte bollate». Promessa mantenuta in poco più di un mese. Fiera di Genova Spa, infatti, rinuncia al ricorso davanti al Tar e riapre il dialogo con lAutorità Portuale e lamministrazione comunale per dirimere il contenzioso. E soprattutto attende, insieme con il socio Ucina, il bando di gara (previsto entro fine anno) per laffidamento della Darsena. Possibilmente a Marina Fiera Spa, la joint venture nata dalla consolidata partnership tra la stessa Fiera (80%) e Ucina-Confindustria Nautica (20%), organizzatori del Salone Nautico.
Comè noto, al Tar (contro il Comune e la variante al piano urbanistico) si erano rivolti i vertici della precedente gestione: Paolo Lombardi & Roberto Urbani. Che lo scorso 20 luglio hanno lasciato il posto a Sara Armella e Beppe De Simone (ad).
Il dossier Nuova Darsena - fino a oggi porticciolo per la nautica da diporto tra i più inutilizzati dellintero Mar Ligure - ha avuto quindi unaccelerazione improvvisa proprio in un agosto rovente con lannuncio ufficiale - ma la circostanza era già nota - del presidente dellAuthority, Luigi Merlo: «Partiranno probabilmente a fine settembre, dopo le valutazioni delladvisor, le procedure per la dismissione delle quote di Autorità Portuale, circa il 2%, della Fiera di Genova. Si tratta di un passaggio molto importante perché darà la possibilità, contestualmente, di pubblicare il bando per laffidamento. Andiamo avanti in maniera positiva - ha sottolineato Merlo - almeno per ciò che riguarda la risposta del mercato. Quello spazio è fondamentale per lo sviluppo del Salone Nautico Internazionale e deve vivere tutto lanno diventando un grande polo di attrazione nautica e turistica a favore della città. Apprezzo molto, quindi, la strategia scelta dai nuovi vertici di piazzale Kennedy».
Si tratta di un primo passo, concreto, verso la gara dappalto per dare in concessione larea, già due volte annunciata e, puntualmente, caduta nel dimenticatoio.
«Non poniamo pregiudiziali nei confronti della gara. Al momento del bando studieremo i testi e valuteremo il da farsi di comune accordo con il socio Ucina», taglia corto Sara Armella. Che però precisa: «La centralità del Salone Nautico non si discute. Sarà mantenuta intatta grazie a opportune previsioni da inserire nel capitolato di gara».
Chiarito lequivoco, rimane lobiettivo: la joint venture Marina Fiera Spa punta alla gestione della Darsena per 320 giorni lanno senza prelazioni o scorciatoie burocratiche - che forse ci sarebbero - ma più semplicemente partecipando alla gara dappalto.
Daccordo su tutta la linea del nuovo corso, il presidente di Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni: «Ucina - dice - è sempre stata di questo parere. Quindi piena sintonia con la linea-Armella. Contiamo di portare lesperienza dei nostri soci in questa avventura, convinti come siamo che Marina Fiera Spa sarebbe la migliore soluzione anche per gli interessi della città. La salvaguardia del Nautico è un valore fondamentale per lintero nostro settore. Già diversi anni fa la crescita delle superfici in acqua è stata considerata elemento indispensabile per lesposizione ideale dei nostri prodotti, come testimonia la nascita del primo Marina».
Qualche numero per capire meglio la rilevanza economica di tale operazione. Da unanalisi condotta da Enrico Ivaldi (Dipartimento di economia e metodi quantitativi della Facoltà di Economia, Università di Genova, e membro del comitato scientifico dellOsservatorio Nautico Nazionale), emerge che la nautica è il comparto con la più alta capacità di generare ricchezza a valle tra tutti i settori dellindustria marittima.
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