Due autobus colpiti, a Genova e a Roma, e una macchina dei vigili urbani centrata a Padova. I lanci di sassi dai cavalcavia non si fermano, e anche lUnione sindacale di polizia ha deciso di prendere posizione. E lo ha fatto, ieri, in modo deciso, proponendo luso delle armi contro quelli che ha definito «potenziali assassini che cercano la strage».
Il caso più grave è avvenuto nella capitale, dove due ragazzini hanno lanciato un sasso di un chilo e mezzo contro il finestrino di un autobus, ferendo al braccio un uomo. Nessun ferito invece a Genova e a Padova. Per bloccare questa catena di episodi, lUsp ha chiesto di usare le armi contro persone che sanno benissimo di poter uccidere: per questo «le forze di polizia devono essere legittimate anche a sparare».
«Chi lancia i sassi contro gli automobilisti - spiega ancora lUsp - è consapevole di uccidere. Lo Stato deve tutelare la vita dei cittadini, se è necessario, anche con il pugno di ferro e senza esitazioni, che in questo caso possono chiamarsi uso delle armi in dotazione».
Secondo il sindacato infatti il ricorso alle armi «è un deterrente più valido di quelle pene previste dalle norme vigenti: questi delinquenti sanno perfettamente che anche una volta catturati e processati non sconteranno mai la pena, in barba a chi ha perso la vita per causa loro».
Parole di approvazione nei confronti della presa di posizione dellUsp sono venute dal ministro delle Riforme Roberto Calderoli: «Ha ragione il sindacato di polizia. I lanciatori di sassi devono essere trattati come il terrorista che sta innescando la bomba e allo stesso modo deve comportarsi la politica».