Com'è nelle corde di Edmondo De Amicis, ne «Il romanzo d'un maestro», opera iniziata prima del suo capolavoro «Cuore», ma ultimata e data alle stampe quando ormai il successo del suo libro più noto era consolidato da quattro anni di vendite eccezionali, ci troviamo nel mondo della scuola elementare. Diversamente da «Cuore» però lo scorrere della vicenda non raggiunge spiccati accenti lirici e romantici, ma prevale un interesse per i problemi sociali che, se da un lato vengono affrontati con il puntuale impegno documentaristico tipico di De Amicis, dall'altro spesso cadono in balìa di uno spirito umanitario intriso di paternalismo.
La trama è abbastanza tragica fin dalle prime battute: tre figli perdono il padre ancora in giovane età. La madre con notevoli sacrifici cerca con il proprio lavoro di sopperire alle gravi difficoltà economiche, ma presto anch'ella si ammala e muore lasciando tre orfanelli. Di questi il più grande viene accolto in un'Opera Pia in cui percorre gli studi per diventare maestro insieme a giovani adulti. Questo ragazzo pertanto non può crescere confrontandosi con giovani come lui, non vive un proprio sviluppo fisico, psicologico ed intellettivo come dovrebbe essere per ogni individuo mancandogli gli affetti e i compagni di gioco. Pur tuttavia la sua particolare sensibilità ed intelligenza fa sì che egli possa terminare gli studi con profitto e quindi accingersi ad iniziare l'attività di maestro con spirito di servizio e amore per i ragazzi nei quali vede gli adulti di domani che devono essere formati non solo secondo gli apprendimenti di base scolastici, ma anche a quei valori e sentimenti che li facciano crescere e diventare degli adulti possibilmente migliori rispetto ai propri genitori. Tramite l'attività del giovane maestro protagonista, «Il romanzo di un maestro» offre ai lettori non solo l'opportunità di entrare nelle dinamiche socio-culturali della fine dell'ottocento, ma soprattutto dipinge uno spaccato della scuola italiana dell'epoca alle prese con i processi di alfabetizzazione e con i mille ostacoli sia provocati dalle autorità locali poco inclini ad aver rispetto della scuola e della classe magistrale, sia dagli stessi genitori che vedevano l'impegno scolastico dei figli come una perdita di tempo perché strappati dalle attività lavorative ritenute più importanti.
La lettura di questo libro, benché da un lato possa risultare un po' pesante a causa dell'italiano arcaico, dall'altra sconvolge per l'attualità di alcune incongruenze di allora che ancora oggi, attraverso altre dinamiche, non sono state del tutto superate.
Edmondo De Amicis, «Il romanzo d'un maestro», a cura di Anna Ascenzi, Pino Boero e Roberto Sani, Edizioni De Ferrari, 20 euro, 394 pagg.
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