«Il Comune ha le mani legate in tema di chiusura di discoteche per motivi di sicurezza». Con queste parole il vice sindaco Riccardo De Corato ha commentato lomicidio del 34enne Massimo Blancato, avvenuto allalba di ieri fuori dalla discoteca De Sade di via Valtellina. E «proprio il De Sade rientra in quella minoranza di locali notturni milanesi, una decina su un centinaio, che attirano frequentazioni equivoche, già segnalati per liti, aggressioni e spaccio di sostanze stupefacenti e per cui i gestori fanno troppo poco». «Tra questi - ha aggiunto il vice sindaco - il Lime light di via Castelbarco, lAlcatraz, il Bana afrique» di viale Rimembranze di Greco, il Bhò di via Stendhal, il Pub di via Casale, il Matisse di piazza Carlo Erba, il Polaris di via Massarani e i locali di via Sammartini e Ponte Seveso».
Già nel dicembre 2007, a causa di schiamazzi e risse, lAmministrazione aveva proposto la chiusura anticipata alle 22 per due esercizi di via Sammartini, il «Next Groove» e l«After Line» e per il «City Bar» di via Ponte Seveso, zone ad alto tasso di concentrazione di locali. Una recente sentenza del Tar ha però annullato il provvedimento perché allepoca il Comune non avrebbe avuto competenze specifiche in materia di sicurezza pubblica e lo stesso provvedimento non aveva carattere di contingibilità e urgenza, dunque non poteva essere adottato neanche dal sindaco con unordinanza.
Adesso però, di fronte allennesimo incidente fuori da quello che dovrebbe essere solo un luogo di divertimento, De Corato non vuole starsene con le mani in mano: «Ora il Comune ha deliberato la sentenza davanti al Consiglio di Stato. Ma è evidente che ha armi spuntate e pertanto rivolgiamo lappello a Questura e Prefettura perché intervengano».
Non ci resta che sperare che il Comune possa, una volta per tutte, slegarsi le mani e darsi da fare.
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