Gian Piero Scevola
Un gesto che entrerà nella storia del calcio, «un gesto che fa bene soprattutto ai tifosi», come afferma Rosella Sensi. Tra i tanti furbetti, cascatori e simulatori, quello di Daniele De Rossi allOlimpico appare come una autentica mosca bianca. Se lo meriterebbe davvero loscar del fair play il ragazzo cresciuto nelle borgate di Roma, il 22enne che, guidato dal padre nelle giovanili giallorosse, ha saputo conquistare la maglia di titolare nella Roma e nella nazionale di Lippi.
Tutto da raccontare lepisodio e da conservare per sempre in cineteca: al 35, su cross di Mancini, De Rossi salta ma non prende il pallone con la testa. Istintivamente la sua mano destra va a colpire il pallone che, deviato quel tanto che basta, impedisce a Storari di respingere. È gol, sarebbe gol, anche perché larbitro Bergonzi non se ne avvede e dà la netta impressione di concederlo. Però De Rossi non esulta, non abbraccia i compagni che gli corrono incontro, sa di averla combinata grossa, è cosciente che 20 telecamere hanno ripreso la sua furbata.
I giocatori del Messina protestano garbatamente, senza le abituali ordinarie scene di sguaiata scompostezza, al punto da ingenerare il dubbio in Bergonzi che camminando sta andando a centro campo. Il 34enne fischietto genovese, 7ª presenza stagionale (12ª in carriera), lancia unocchiata allassistente Niccolai, la risposta a gesti è: non ho visto niente. Ma la suspense viene risolta da De Rossi che, avvicinandosi allarbitro, gli fa segno di aver toccato il pallone con la mano. E la stretta di mano tra i due è di quelle che emozionano: il furbetto che furbetto non è e non è neppure il caso di parlare di «pentito» e che dà a tutti una grande lezione di lealtà sportiva; il giovane arbitro che non ammonisce e non si vedrà messo alla gogna per lennesimo errore commesso. Un gesto che i giocatori siciliani apprezzano e più di uno va a complimentarsi con De Rossi.
Lo fa anche Spalletti, con applausi e unaffettuosa pacca sulla spalla, lo fanno il consenso del popolo giallorosso che approva. La partita è tutta in questo gesto, con la Roma che, pur priva di punte di ruolo, trova in Perrotta («Daniele è un grande, siamo orgogliosi di lui») e Aquilani due stoccatori perfetti e vince 2-1. I gol avrebbero anche potuto essere di più, ma la vittoria è arrivata, malgrado la rete di Di Napoli e grazie agli interventi miracolosi di Curci.
La stagione della Roma, nobilitata dal record di vittorie consecutive e ora, con la corsa per un posto in Champions, impreziosita dalla gemma più bella: la lealtà di Daniele che non può però godersi la festa perché a 8 dal termine esce per una brutta distorsione alla caviglia sinistra (un mese di stop). Fuori dal coro Bortolo Mutti: «Da elogiare, ma andava ammonito». E Tullio Lanese, presidente degli arbitri: «Grande gesto, giusto non ammonirlo».
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