Decuplicata la taglia sul boia serbo (ma nessuno la vuole)

Per catturarlo sono pronti a pagare qualsiasi prezzo. O meglio un prezzo fisso ma da capogiro: 10 milioni di euro. Dieci volte la taglia di ieri l’altro che era di un milione, cioè due miliardi delle vecchie lire. Evidentemente troppo pochi per fare gola. O per vincere la paura, la ritorsione, la rappresaglia. Perchè Ratko Mladic, sparito dagli occhi del mondo e dalla giustizia internazionale ormai da quattrordici anni, mette ancora i brividi. Nonostante per catturarlo siano stati impegnati finora non meno di 10 mila uomini: «Lo prenderemo al massimo entro la fine dell’inverno» si dice sicuro il procuratore serbo per i crimini di guerra Vladimir Vukcevic. E da dove gli venga tutta questa sicurezza non si sa, se non dal fatto che il suo arresto e la successiva estradizione al Tribunale penale internazionale dell’Aia è conditio sine qua non per il proseguo del cammino europeo della Serbia. Ratko Mladic è l’ultimo grande criminale di guerra serbo ricercato su cui anche il Dipartimento di Stato americano che aveva offerto 5 milioni di dollari per l’arresto. É accusato di genocidio e crimini contro l’umanità per l’assedio di Sarajevo nella guerra di Bosnia (1992-1995) che provocò diecimila morti e per il massacro di ottomila musulmani a Srebrenica nel luglio 1995. Il simbolo stesso della pulizia etnica, così come Goran Hadzic, ex capo politico dei serbi di Croazia, l’altra primula rossa che però vale un bel po’ meno visto che la sua taglia è passata in contemporanea da 250mila a un milione di euro. Molti sono convinti che Mladic si nasconda ancora in Serbia, ma se pensate che il suo popolo se ne voglia liberare sbagliate di grosso. Due sondaggi condotti nelle ultime ore dai media serbi alla domanda «denuncereste Mladic per 10 milioni di euro» hanno avuto lo stesso risultato: no. Almeno per la stragrande maggioranza di cui non fa parte il presidente serbo Boris Tadic: «Faremo di tutto per prenderlo sia che si nasconda da noi che all’estero, e non per l’Unione europea o il tribunale internazionale, ma per noi stessi e per la politica di riconciliazione nazionale». «Io non denuncerei Mladic neanche per 100 milioni di euro - dice invece la gente ai tg del canale tv B92 - non è un criminale di guerra ma un eroe che ha difeso il popolo serbo». Questa è l’aria che tira. E nessuno degli interpellati era Ivan il terribile di nero vestito.
Il procuratore Vukevic una spiegazione di questa lunga latitanza ce l’ha: i principali responsabili del mancato arresto di Ratko Mladic sono l’ex premier conservatore Vojislav Kostunica e l’ex direttore dei servizi segreti serbi Rade Bulatovic. Nel 2006 per esempio il generale era a un passo dalle manette a Novi Sad, ma qualcuno fece fallire l’operazione. «A quell’epoca il procuratore capo del Tpi Carla Del Ponte sosteneva che a Belgrado non vi fosse la volontà politica per l’arresto di Mladic. Mi è difficile pensare a chi altro si riferisse, se non a Kostunica».
Per Belgrado poi non esiste una scadenza entro la quale arrestare il boia di Srebrenica nonostante circoli voce che alla Serbia sarebbe stato dato tempo fino al 2011. «Non ho sentito parlare di alcun tipo di scadenza - parola ancora di Vukevic - Penso che sia fuori posto parlare di queste cose, perchè questo significherebbe che non facciamo tutto quello che possiamo fare per assicurarlo alla giustizia.

Il che è falso». Jovo Stojic, capo gabinetto del direttore dei servizi segreti della Serbia, è convinto che stavolta, con 10 milioni di taglia, ci sarà ora un aumento delle segnalazioni al 9191. E si sa che il tempo è denaro.

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