da Roma
Un nuovo dato, dopo il calo record del fabbisogno di cassa, conferma lottimo andamento dei conti pubblici nel 2006: il rapporto deficit-Pil nei primi nove mesi dellanno scorso è infatti calato al 2,5%, certifica lIstat, rispetto al 4,3% dello stesso periodo 2005. Soltanto la decisione del governo di caricare sul deficit di questanno i rimborsi Iva sulle auto, oltre 17 miliardi dovuti a causa della sentenza della Corte di giustizia europea, ha portato il deficit al 4,1% del prodotto interno lordo.
Nessun «buco», dunque, nessuna mala eredità da parte del governo Berlusconi. Tuttaltro. Anche lautotassazione di fine anno, a quanto sembra, è andata molto bene: alle Finanze parlano di un aumento di entrate del 7,9% rispetto al 2005. In netto miglioramento, oltre al deficit, anche lavanzo primario che nel periodo gennaio-settembre passa al 2% del pil rispetto allo 0,4% dei primi nove mesi del 2005. In forte aumento le entrate tributarie (+10,1%) del periodo, ma corre anche la spesa pubblica: più 4% rispetto ai primi nove mesi del 2005.
I dati sono ancora grezzi, precisa lIstituto di statistica, e tuttavia confermano una realtà già emersa, clamorosamente, con le cifre del fabbisogno di cassa. Se Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa non avessero deciso di imputare al 2006 lintero onere della sentenza europea sullIva delle auto - cosa alla quale non erano tenuti, visto che avrebbero potuto spalmare la cifra di 17 miliardi in un decennio - il deficit dellanno appena trascorso si sarebbe chiuso sotto il 3%, rispettando i limiti imposti dal Trattato di Maastricht e anticipando di un anno il risanamento finanziario promesso a Bruxelles. Inoltre, la manovra contenuta nella Finanziaria avrebbe potuto limitarsi a una quindicina di miliardi.
«Dopo i dati dellIstat, allUnione-Partito democratico non resta che cambiare simbolo: dallasinello al somaro», commenta lex viceministro dellEconomia Mario Baldassarri. Secondo leconomista, senatore di An, il deficit 2006 è pari al 2,9% perché la decisione di contabilizzare la sentenza Ue nei flussi di indebitamento di un singolo anno è «un banale errore di ragioneria». Baldassarri ricorda i mesi di lamentazioni da parte del governo e del centrosinistra sul presunto sfascio dei conti pubblici che il governo precedente avrebbe lasciato allattuale. Lamentazioni che sono servite, osserva il parlamentare, soltanto a giustificare una Finanziaria «tasse e sangue» da 35 miliardi, che «è del tutto inutile ai fini dei parametri europei, visto che il centrodestra aveva già portato i conti entro il 3%».
Dello stesso avviso il senatore di Forza Italia Maurizio Sacconi: i dati Istat confermano il «lascito positivo» del governo Berlusconi e smentiscono chi, come il ministro dellEconomia, parlavano di una situazione analoga a quella del 92. «Ora il governo ha dati certi su cui lavorare. Dovrà decidere se ridurre la pressione fiscale per sostenere la crescita oppure - aggiunge lex sottosegretario al Welfare - aumentare le spese correnti, come quelle per le pensioni, per soddisfare le peggiori pulsioni della maggioranza». Per il ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani, questi dati «non cambiano in nulla il nostro obiettivo e la nostra impostazione». Bersani conferma che il deficit ufficiale 2006 si fermerà intorno al 5,5% del Pil, considerando lIva auto e le Ferrovie, «voci straordinarie con effetti non permanenti, che ci consentono di mantenere la nostra traccia di rientro sotto il 3%». È invece molto probabile che limpronta restrittiva della Finanziaria, con il suo impatto negativo sul Pil, influenzi negativamente i conti del 2007.
Il 2006 chiude bene, a quanto pare, anche sul fronte delle entrate fiscali. Erano emersi dubbi, nei giorni scorsi, sulleffettivo risultato dallautoliquidazione di fine anno. Invece, con una nota delle Finanze, gli uomini di Vincenzo Visco confermano che lincremento dele entrate dellautoliquidazione è importante: +7,9% rispetto al 2005.
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