Il deficit di mese in mese logora le casse della Regione Lazio. Lassessore alla Sanità della Lombardia qualche giorno fa ha fatto un paragone azzeccato: è come curare unemorragia ricorrendo a continue trasfusioni di sangue. Lunica terapia possibile, allo stato dei fatti, appare solo laumento dellIrpef. Laddizionale, in sede di Finanziaria regionale, potrebbe passare dall1,4 per cento al 2,2. Un tasso insostenibile, ma sarebbe lunica via duscita. Infatti per la giunta Marrazzo è scaduta lora di giocare a nascondino con il debito prodotto. Troppe le cifre che fluttuano per celarle con artificiosi stratagemmi. Lammontare debitorio per il 2006 ha toccato quota 1.700 milioni di euro, per il 2007 si attesterà sui 1.200 milioni e per il 2008 lo sforamento, secondo le stime del direttore regionale Paolo Artico e dei tecnici contabili di Kpmg, sarà di 1.400 milioni di euro.
La sanzione per una gestione contabile così farraginosa sta scritta a chiare note nel decreto fiscale n.159/2007: commissariamento delle Regioni inadempienti. E linadempienza del Lazio viene fuori dal resoconto completo della commissione regionale Sanità che cita landamento periodico dello stato contabile in materia assistenziale dal 2001 a oggi. Vale a dire che la spesa sanitaria nel Lazio continua ad aumentare del 10 per cento ogni anno mentre, dal 2006 la media nazionale si attesta al 3. «Per esempio lo scostamento di questanno è di quasi 600 milioni e non di 180 - commenta a caldo il capogruppo dei Socialisti riformisti, Donato Robilotta - come è scritto nel piano di rientro. Ovviamente al netto delle tasse, perché le maggiorazioni di Irpef e Irap hanno fruttato circa 800 milioni, altrimenti il disavanzo complessivo sarebbe pari a 2miliardi di euro».
Di quei 600 milioni di euro vi è menzione anche nella relazione che la Regione ha presentato alla Ragioneria generale dello Stato. Ecco una precisazione sullentità del disavanzo. «Sono 415 accertati e altri 200 previsionali ma già stimati dalladvisor - spiega il senatore di Alleanza nazionale Andrea Augello, membro della commissione Bilancio di Palazzo Madama -, per cui non è peregrino che si diffonda il proposito sempre più forte di rinegoziare il piano di rientro con il ministero dellEconomia, perché è ormai certo che non si può riuscire a tenere il passo con il ritmo imposto dal piano originario malgrado si cerchi di ritardare a oltranza i pagamenti dovuti ai fornitori delle Asl». A conti fatti insomma lextra-finanziamento riconosciuto al Lazio dal governo non è stato sufficiente a coprire lextra-deficit. Anzi, a ben guardare cè chi lo ha definito inutile. «Marrazzo - chiosa Robilotta - è stato bravo ad inventarsi il buco dei 10miliardi di euro per avere più soldi dallo Stato, ma i numeri parlano chiaro ed affermano che durante la sua gestione il disavanzo sanitario è aumentato a dismisura: ha accumulato in soli due anni e mezzo di governo più disavanzo di quanto ne ha ereditato».
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