Roma

Delitti gay, a Roma una scia di sangue cominciata nel 1990

Dal 1990 nella capitale si concentra il numero più alto di omicidi gay: 30 episodi sui 113 avvenuti in totale in Italia. Nel 1991 e nel 1997 la punta massima, con una media superiore a sei casi l’anno. Sono anni, quelli, di vera psicosi nella comunità omosessuale capitolina. Di solito la vittima ha un’età compresa fra i 50 e i 60 anni, mentre è giovanissima, invece, l’età degli assassini. Per il 53 per cento degli omicidi l’autore non è mai stato trovato. Fra le ipotesi più inquietanti anche quella di un serial killer. È il 28 settembre 1983 quando il litorale viene scosso da un altro fatto di sangue a sfondo omosessuale, dopo quello clamoroso che portò alla morte - in circostanze mai definitivamente chiarite - dello scrittore Pier Paolo Pasolini il 2 novembre 1975 all’idroscalo. Quel giorno di 24 anni fa gli agenti di polizia fanno irruzione nella garçonnière lidense di Giuseppe Altibrandi, 53 anni. L’uomo è riverso a terra in un lago di sangue. A ucciderlo con numerosi colpi di stiletto è stato un algerino di 30 anni. Movente? Una rapina. Un elegante villino all’Infernetto, il 17 agosto del 1992, fa invece da teatro all’omicidio di un ricco assicuratore in pensione, divorziato e con due figli.
Emilio Mastino Del Rio, 64 anni, ben noto nel mondo gay della capitale, viene trovato legato mani e piedi con un fil di ferro, strangolato con un lembo della maglietta di cotone che l’assassino gli ha strappato dal corpo, forse durante una colluttazione. Il cameriere polacco di 21 anni, un certo Rafaz, scomparso nel nulla assieme a gioielli e denaro. Fra i delitti più recenti quello di Claudio Pavoni, il coiffeur gay di piazza di Spagna ucciso a colpi di lampada nel suo appartamento di Nuova Ostia la domenica di Pasqua del 1996 da un misterioso assassino entrato in casa il giorno prima. L’uomo verrà arrestato ben nove anni dopo, grazie a un fermo di polizia giudiziaria a Napoli per occupazione abusiva e violazione della legge Bossi-Fini. Il 4 gennaio del 1998 tocca a Enrico Sini Luzi, gran cerimoniere del Papa. L’uomo viene ucciso a colpi di candelabro nel suo lussuoso appartamento da un romeno conosciuto per strada. Il primo di questa serie mai interrotta fu Salvatore Pappalardo, massacrato a colpi di bastone nel 1980 a Monte Caprino, storico luogo d’incontro degli omosessuali romani. Più avanti nel tempo, nell’aprile 1992, l’omicidio di Walter Heymann, il mago di piazza Navona, scatena una vera e propria caccia al killer dei gay. «Maga Magò» muore sotto una vera e propria tempesta di coltellate.

Si sospetta un amante geloso.

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