Delusione a Maranello

MaranelloIl comune di Maranello parla di 8mila ferraristi, arrivati da varie regioni italiane e pure dall'estero, in realtà nella piazza della Libertà c'erano poche migliaia di persone. Freddo, un po' di nebbia nel distretto delle ceramiche, rispetto alla fine dello scorso decennio, quando il digiuno di titoli era ventennale, entusiasmo e attesa sono inferiori. Gli arrivi sono alla spicciolata, si pranza tra i banchi della pro loco nella piazza adiacente: verso le 14 ancora larghi vuoti.
Molti se la prendono con calma, pensano già al dopo gara, con festeggiamenti previsti in lungo e in largo per tutto il paese, sino alla sede della Ferrari. Ovviamente salterà tutto. Le bandiere italiane arrivano a gara iniziata, quasi un presagio del pomeriggio storto, la distribuzione comunque attrae i bambini. Tutti in silenzio per le difficoltà di Alonso dietro a Petrov. Cuore in gola, trepidazione, la piazza ammutolita, i più piccoli raccolti come in preghiera, mentre gli stendardi rossi finiscono attorno ai cappotti.
Marco è della scuderia Ferrari club di Assisi e ha portato moglie e figlio: «Qui - racconta - non sono mai mancato per le gare decisive del Mondiale di Formula Uno. Vale la pena percorrere tanti chilometri per vivere la corsa fra le gente». Trascorrono i minuti, la temperatura si abbassa. Le sensazioni non sono buone, affiora la delusione. Si fermano le bandiere, niente cori, peraltro ce n'era stato uno solo, all'inizio, nel momento di crisi di Mark Webber. Le trombette non vengono azionate, d'altra parte non ci sono sorpassi da celebrare, l'atmosfera diviene da funerale.
A dieci giri dal termine per stemperare la tensione alcuni ferraristi danno una sistemata agli striscioni, poi li levano senza attendere la bandiera a scacchi. Alonso dovrebbe superarne tre, neanche inizia, decine di tifosi lasciano il raduno in anticipo. «Volevamo vincere - dice Francesco De Angelis, responsabile degli scuderia Ferrari club - e per nostri meriti, senza sperare nei problemi altrui. Pazienza». «Peccato per il titolo sfuggito - aggiunge il sindaco di Modena, Giorgio Pighi -, un grazie però ad Alonso. Avremmo festeggiato volentieri il ritorno in provincia di un titolo che sta tanto a cuore agli appassionati delle corse. I successi nelle competizioni si costruiscono sommando tecnologia, pazienza e determinazione, la battuta d'arresto servirà da insegnamento».
I più riconoscono la superiorità della Red Bull, a partire dall'ex sindaco di Maranello, Giancarlo Bertacchini. «Era decisamente più veloce della Ferrari, a inizio stagione neanche avremmo sperato di giocarcela all'ultimo Gp».


«Una bella giornata di tifo - conclude l'attuale primo cittadino, Lucia Bursi -, ringrazio gli intervenuti, Alonso e la Ferrari. Ci hanno fatto vivere grandi emozioni, il cuore del mio paese continua a battere per loro». Sbagliata la strategia dai box? «Non sono competente», si affretta a precisare lei.

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