Quella dellUdeur è stata «una testimonianza di coerenza» e i cattolici dovrebbero considerare i «valori non negoziabili» più importanti «degli schieramenti e delle alleanze politiche». Lo afferma il vescovo di San Marino e Montefeltro, Luigi Negri.
Che cosa pensa della votazione di mercoledì?
«Il primo sentimento è quello di una delusione profonda. Sono prevalse una serie di valutazioni di carattere contingentemente politico e dispiace ascoltare da parte di molti esponenti della maggioranza parole che tendono a ridurre la portata della decisione. Ovviamente si può dissentire dalle posizioni espresse dalla Chiesa, ma non ci si può nascondere che si stanno confrontando due visioni opposte della vita e della famiglia e sarebbe più leale dibattere di questo invece di minimizzare. Purtroppo si sta andando verso il riconoscimento legislativo di una nuova e precisa realtà sociale che non è la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, così come è descritta anche dalla nostra Costituzione».
Il cardinale Ruini ha più volte proposto di intervenire sui diritti individuali con eventuali modifiche del codice civile...
«Quella rappresenta dal nostro punto di vista lunica via percorribile. Bisogna però anche ricordare che molti dei diritti individuali che oggi si vogliono sancire per le coppie di fatto sono già previsti e presenti nella legislazione italiana. Ciò che appare irrealistico e ideologico è il ritenere che questo problema rappresenti una priorità, dopo che per la famiglia non è stato fatto niente di serio e le istituzioni dovrebbero comprendere la necessità di intervenire per il bene e per il futuro del nostro Paese. Mi ha colpito una ricerca della Fondazione per la sussidiarietà, dalla quale emerge come più del sessanta per cento delle famiglie italiane ritiene leducazione un fattore fondamentale e chiede un miglioramento del servizio scolastico. Cè poi il problema del lavoro. Si radicalizza invece una questione che interessa unestrema minoranza».
Nella maggioranza di governo militano molti cattolici. Che cosa si aspetta da loro?
«Credo che esista per loro un grave problema di coscienza, visti gli autorevoli interventi del Papa, del presidente e del segretario della Conferenza episcopale. Benedetto XVI ha inserito la famiglia tra i valori non negoziabili. La Chiesa non difende una concezione di famiglia cattolica o cristiana, difende la concezione naturale di famiglia, quella che è alla base della nostra civiltà. Non si tratta, dunque, di una battaglia confessionale, ma del confronto tra due concezioni radicalmente diverse di famiglia».
È stato detto più volte che i Pacs «scardinano» la famiglia. Non crede che la famiglia tradizionale oggi sia già scardinata?
«Certo che la famiglia è in crisi. Ma ciò a cui assistiamo oggi è la volontà di assestare anche a livello istituzionale e giuridico questa crisi, portata avanti dallideologia laicista e da chi lha servita, esattamente come è successo per il divorzio e per laborto. E come, temo, possa accadere in futuro per leutanasia. Cè un mondo laicista e anticristiano che ritiene di essere maggioranza culturale e politica e dunque legifera come tale. La sfida è quella di dimostrare che questa tendenza non è maggioritaria dal punto di vista culturale e forse non lo è nemmeno in Parlamento. Certo, occorre che i cattolici si facciano riconoscere. In questo senso quella dellUdeur è stata una testimonianza di coerenza. Non posso non augurarmi che tutti coloro che si riconoscono nellantropologia cattolica si ritrovino. Ci sono valori non negoziabili ben più importanti degli schieramenti e delle alleanze politiche».
Il ministro Bindi ha detto che il governo vuole «sostenere la famiglia con politiche vere» e che la legge non creerà matrimoni di serie B.
«Che un cattolico dica che il progetto di legge sui Pacs rientra in un progetto in difesa della famiglia è insopportabile.
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