Deodato da Ruticinio

Il santo di oggi molto probabilmente era un francese di nome Dieudonné e proveniva dall'odierna città di Rodez, nel dipartimento dell'Aveyron. Essendo vissuto nel Medioevo, nei documenti è indicato in latino: Deodatus a Ruticinio. Era un frate della provincia francescana di Aquitania e nel 1372 fu mandato missionario in Bosnia. Qui conobbe il confratello Nicola Tavelic, col quale dieci anni dopo raggiunse la Terrasanta. I due erano stati assegnati al convento di Monte Sion a Gerusalemme e negli anni seguenti furono occupati a far bene il loro mestiere di francescani, cioè pregare e predicare. Ma nel 1391 in quattro si ritrovarono impegolati in una questione spinosa. Erano Deodato da Ruticinio, Nicola Tavelic, Pietro da Narbona e Stefano da Cuneo, e la questione riguardava certe domande che erano state loro poste, in pubblico, circa le differenze tra cristianesimo e islamismo. Terreno minatissimo, anche allora. E infatti, come subito vedremo, costò loro la pelle. Le crociate erano finite, in un fiasco, giusto cento anni prima e in Palestina comandavano i musulmani. I quattro frati furono denunciati al qadì, il quale chiese loro di confermare o negare quel che avevano detto. I religiosi confermarono coraggiosamente e, per giunta, rifiutarono il passaggio all'islam. Finì come doveva finire: la folla si gettò loro addosso e li fece a pezzi. Poi, quel che rimaneva venne bruciato. Tra i tanti «dialoghi» che la Chiesa oggi intrattiene, quello con l'islam è certo il più difficile. Come si vede qui, facile non è stato mai.

Ed ha prodotto solo martiri a senso unico.

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