Deputati a 18 anni nel regno dei vecchioni

In un Paese di vecchioni, dove a 50 anni ti chiamano ancora ragazzo e dove le carriere sono anchilosate fa piacere immaginare in Parlamento una scolaresca di ragazzi non in gita ma in gruppo parlamentare

Deputati a 18 anni nel regno dei vecchioni

Onorevole oggi le metto due, non ha stu­diato. Ma professoressa, avevo voto di fi­ducia alla Camera. Non sarà un dialogo irrea­le se passerà il disegno di legge della ministra della Gioventù Giorgia Meloni a diciott’anni si potrà essere non solo elettori ma anche elet­ti in Parlamento. A me sembra una botta di vita,forse un po’ folle ma salutare.In un Pae­se di vecchioni, dove a 50 anni ti chiamano ancora ragazzo e dove le carriere sono anchi­­losate, le poltrone antichizzate e le chiappe putrefatte, fa piacere immaginare in Parla­mento una scolaresca di ragazzi non in gita ma in gruppo parlamentare. Una Camera di donne e ragazzi, via le auto blu, al più i vespi­ni blu. Anche se ragazzi erano pure Andreotti e Colombo, Veltroni e Casini quando entra­rono in politica, ma poi non uscirono più...

Certo, non sarà un rimedio per l’occupazio­ne giovanile, anche perché sarebbero pochi i ragazzi a entrare in Camera: magari ogni par­tito avrebbe la sua mascotte, ma uno e basta. Se qualcuno pensa che con i ragazzi il Parla­mento possa perdere contegno, tra toni risso­si, cori da stadio e tifo da curva sud, si rassicu­ri: è già così, con deputati in età senile. Insomma, ben venga l’onorevole baby se serve a svegliare, svecchiare, scuotere la poli­tica e i suoi palazzi. La ministra Meloni viene dalla militanza di piazza e di sezione, è picco­la e cazzuta, ha l’aspetto di un puffo o come si dice a Roma di un fregnobuffo. Non ha fre­quentato Arcore, nessuno sospettò di lei tra le ministre presunte hardcore; lei sa fare i co­mizi di una volta, core e camicia e magari pu­re ci crede... Guida la Giovane Italia, la vedi così piccola con gli occhioni azzurri grandi e spalancati come un hobbit e ti sembra il mini­stro per l’infanzia; al consiglio dei ministri avrà il seggiolone.

È cresciuta a cofane di ama­triciana e camerati, parla un romanesco un po’ coatto de borgata.Però ha le manine puli­te, e non solo perché ha un ministero senza portafogli.

È una vecchia militante,e dire vec­chia sembra un po’ ridicolo con quel fisichet­to lì. Qualcosa dei manifesti che attaccava ai muri le è rimasto.Non lacolla,s’intende,ma le passioni ideali. Viva la camera dei ragazzi.

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