IL DEPUTATO MARIO BACCINI

RomaPrima la lista del Pdl. Ora è fuori anche il listino Polverini. Onorevole Mario Baccini che cosa sta succedendo?
«Le regole vanno rispettate. Ricordo però che quelle regole hanno lo scopo di garantire la legittima partecipazione democratica al voto. Mi sembra assurdo che finiscano per ottenere il risultato contrario. La partecipazione del più grande partito italiano non può esser impedita da cavilli».
Soltanto cavilli?
«Beh certo ora che anche il listino Polverini è stato ricusato qualche sospetto può nascere. Escludo il complotto. Mi pare però ci sia una certa ostilità formale da parte di chi deve accogliere le domande e garantire il corretto svolgimento delle elezioni».
Esiste o no una precisa responsabilità da parte di chi nel Pdl ha presentato le liste?
«Il problema di come il Pld ha gestito tutta l’operazione esiste anche se non c’entra nulla con la legittimità o meno della partecipazione alle elezioni. Il Pdl è un grande partito con grandi responsabilità e non può ridursi a presentare le liste mezz’ora prima delle chiusura né prestarsi a certi giochetti».
Quali giochetti?
«Quello che entra, lascia il faldone, esce per telefonare. Dimostra un’assenza di senso della responsabilità sconcertante. Tutto questo riguarda un retrobottega della politica che non ha nulla a che fare con il progetto di riforma proposto dal Pdl. Siamo di fronte ad una superficialità imbarazzante: si agisce in modo irresponsabile pensando poi che tanto risolve tutto Berlusconi. Si pensa troppo agli equilibri interni invece che a guardare avanti».
Equilibri interni esplosi proprio alle regionali.
«Le tensioni sono le stesse anche a livello nazionale. Certamente c’è un maggiore senso di responsabilità rispetto al dovere di governare e si resta nei limiti mentre a livello locale scoppiano le grane. Sembra di trovarsi di fronte a un partito mai nato. In questo senso è illuminante la gestione delle liste da parte dei comitati elettorali che si sono comportati non come un partito ma come gruppi separati di persone».
Che cosa occorre fare?
«Le decisioni le deve prendere Berlusconi che potrebbe fare come con il Milan. La squadra non funziona? Allora si cambia allenatore».
Chi dovrebbe mandare a casa?
«Non tanto quelli che hanno presentato le liste ma chi li ha messi lì, i dirigenti. Non posso pensare che il Pdl si sia fatto incartare dai radicali neanche fossero un gruppo di dilettanti allo sbaraglio».
Anche le candidature sono state piuttosto tormentate.
«Troppi personalismi. Le liste regionali invece di funzionare come un valore aggiunto hanno pesato come una sottrazione al valore Berlusconi: non va bene. Sa che cosa mi dispiace davvero? Lo sciagurato governo di centrosinistra e la vicenda Marrazzo sono dimenticate e invece non si fa che parlare di errori nelle liste. Assurdo, come se quelle fossero le colpe gravi.

Così facciamo un regalo ai dirigenti del centrosinistra ai quali non pare vero di eludere un confronto leale e tentare la scorciatoia dell’esclusione. Ma se davvero il Pdl fosse estromesso non si dovrà andare alle elezioni, sarebbe inaccettabile».

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