Gabriele Villa
Le chiamano «concause», solitamente, i tecnici dellorrore. Un convoglio della metropolitana lanciato, pare, a velocità eccessiva, una ruota che si spezza e ne provoca il deragliamento, quindi lo schianto di una volta del tunnel sotto il quale il treno stava transitando giusto in quel momento. È il film dello spaventoso incidente avvenuto ieri, poco dopo le 13, a Valencia, terza città della Spagna, tra le due centralissime stazioni di Plaza de España e Plaza del Jesus, sulla linea 1. Il bilancio di quanto è accaduto ha i numeri di una strage: 41 morti e quasi 50 feriti. Un«autentica carneficina», per usare le parole di alcuni dei sopravvissuti allincidente che, in evidente stato di choc, fra lacrime e urla di panico, hanno raccontato di «arti amputati e brandelli di corpi allinterno del tunnel».
Molti degli scampati sono riusciti a uscire dai vagoni rompendo i vetri dei finestrini. Ma per alcune ore, circa trecento uomini, fra poliziotti e pompieri, hanno lavorato, con ogni mezzo, per cercare di trarre in salvo tutti coloro che erano rimasti intrappolati tra le lamiere contorte del convoglio.
Alla fine oltre 150 persone sono state evacuate e la maggior parte dei feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni (particolare apprensione desta lo stato di salute di una donna incinta), ricoverati in due ospedali cittadini. Ma la situazione ieri, ancora a tarda sera, appariva tesissima e confusa, tanto che le autorità sanitarie hanno lanciato più di un appello ai cittadini per invitarli a recarsi nei centri trasfusionali a donare sangue. Immediatamente, a fianco dei familiari delle vittime, dei feriti e dei sopravvissuti si sono messe al lavoro anche diverse squadre di psicologi per fornire loro assistenza e supporto, mentre sul fronte delle indagini, ununità scelta della polizia nazionale spagnola, specialista in «grandi catastrofi», è arrivata a Valencia per contribuire ad accertare le cause della tragedia. La domanda, ovviamente, è rimasta nellaria fino a sera, visto quanto è accaduto in Spagna in tempi recenti, ma le autorità investigative della scientifica, completati i primi accertamenti, sono state molto chiare: «Escludiamo in modo assoluto lipotesi di un attentato, non cè alcun elemento che faccia pensare a un atto eversivo».
Una tragedia, dunque, e toccherà agli «esperti di concause», come si accennava allinizio, passare e ripassare alla moviola la sequenza degli eventi che, sommati, hanno provocato la strage. Scartata lipotesi di un crollo spontaneo della volta del tunnel, già in serata, resta la teoria della ruota che ha ceduto, combinata con leccessiva velocità del convoglio. Secondo il portavoce del governo regionale valenciano, Vicente Rambla, la rottura della ruota sarebbe successiva al deragliamento, così come il fatto che una parte del convoglio sia stata scaraventata contro il muro del tunnel. I sindacati e gli utenti avevano più volte protestato per le condizioni della linea, in cui si utilizzavano treni e macchinari obsoleti e con scarse revisioni anche se pare che le ruote fossero state revisionate in maggio.
Avvisato telefonicamente, il presidente del governo spagnolo, il socialista José Luis Rodriguez Zapatero, in viaggio ufficiale in India, ha sospeso la visita per rientrare subito a Madrid.
Dal canto suo il leader dellopposizione conservatrice, Mariano Rajoy, ha annullato gli impegni per recarsi sul luogo del disastro. Mentre il re Juan Carlos ha telefonato al presidente della Comunità, Camps, per esprimere solidarietà alle vittime e ai loro famigliari e «profonda costernazione» per laccaduto.
Perla della costa orientale iberica, Valencia, 800mila abitanti, tradizionale meta turistica europea, è al centro in queste settimane di importanti eventi religiosi e sportivi.
Da giorni la città è frequentata anche da centinaia di appassionati di vela, richiamati dalla Luis Vuitton Cup e dalla Coppa America.
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