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DERBY DA ARENA Allegri sfida Ranieri: "L'Inter va liquidata"

Il tecnico rossonero su Pato: "Mai chiesto di cederlo. Se uno può dare 100, deve dare 100". E lo fa giocare. Ranieri, lo "stregone" da spot: "Col cuore si vince"

DERBY DA ARENA Allegri sfida Ranieri:  "L'Inter va liquidata"

Chissà se i giornalisti cinesi, con interprete al seguito, hanno capito qualcosa. Sono arrivati in sala-stampa a San Siro per ascoltare Allegri, tastare il polso al Milan, seguire il test sul prato rizollato e invece si sono ritrovati dinanzi a un clima quasi surreale. Già perché il derby numero 277 è rimasto dietro le quinte, appena qualche accenno, una risposta, due al massimo sull’argomento. «Ci sarà grande tensione, servirà concentrazione, la sfida può essere un crocevia per loro, se vincono tornano in corsa per lo scudetto» la convinzione di Allegri. Poco derby e molto altro, allora. E cioè Pato e i rapporti tra Allegri e Pato, il nodo del contratto sciolto e il ribaltone del mercato, con un benvenuto a Cassano, rivisto in campo ieri a San Siro, «magari potremo riaverlo per il finale di campionato» il pronostico che è una specie di esorcismo dinanzi alle ripetute sventure (ultima quella di Gattuso, 4 mesi di cure sbagliate) che hanno colpito il gruppo.
Chissà se i giornalisti cinesi hanno capito qualcosa, certo è risultato molto istruttivo sulla discussa questione Pato prendere nota dell’intervento di Silvio Berlusconi: «Ho deciso di tenere Pato perchè lo ritengo un giocatore di grande talento. L’intera operazione non mi convinceva nè dal punto di vista tecnico nè da quello economico. É una scelta che ho preso in totale autonomia. Sono convinto sia la cosa migliore per il Milan». Evidente lo scopo: ribadire in modo solenne l’estraneità della figlia Barbara alla vicenda. Dopo Berlusconi, Allegri ha messo in fila una serie di riflessioni da mandare a memoria. Eccole: 1) «Quando ho letto i giudizi di Pato sono caduto dalle nuvole perché non ho rapporti freddi con lui ma una relazione basata sul rispetto professionale e umano»; 2) «Non ho mai chiesto di cedere Pato e ora che è rimasto sono contento per lui e per il Milan»; 3) «In questi giorni non ho mai notato un atteggiamento mentale non consono, altrimenti a Bergamo non lo avrei schierato titolare»; 4) «Lo considero un campione, può e deve fare molto meglio, se uno può fare 6 deve fare 6, se può fare 100, deve fare 100. Quando è stato bene, ha sempre giocato, poi è normale che ogni tanto vada in panchina, è capitato ad altri, impossibile giocare 50 partite in una stagione»; 5) «Tevez avrebbe dovuto rimpiazzare Cassano, se la società ha cambiato indirizzo, chiedete spiegazioni a Galliani».
Chissà se i giornalisti cinesi hanno capito qualcosa ma anche la firma del contratto (2 milioni più premi) è stata girata e rigirata, nonostante il catenaccio di Allegri disponibile solo a riferire del cordialissimo colloquio telefonico con Berlusconi, seguito all’accordo biennale. «Non è mai stato un problema, ne abbiamo parlato dopo Cagliari, dovevamo trovare il tempo per farlo, la vicenda Pato non ha accelerato i tempi»: sull’argomento è stato più semplice per Allegri imporre la propria linea. «Sono felice di continuare il lavoro portato avanti da un anno e mezzo» il soffietto. Più attraente il passaggio successivo: «Qualcuno mi ha definito il “liquidatore”, invece sono riconoscente alla vecchia guardia che mi diede una mano tra Bari e Palermo e sono contento di aver contribuito a ringiovanire il Milan senza perdere di vista i risultati». Il derby canonico è cominciato appena Allegri si è messo ad allenare. Perché c’è stato il panico per Thiago Silva (indolenzimento muscolare, in dubbio) e non è mancato il brivido per un colpo al ginocchio di Ibra, prima di regalarsi un gran gol, imitato più tardi da Pato. A proposito: giocherà lui titolare.

E da stanotte le polemiche ricominceranno.

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