«Il derby d’Italia è uno solo: Milan-Juve»

(...) «Che dici March? Milano-Juve è big-match, è il vero derby d'Italia».
Derby d'Italia bis, dai, chiamiamolo così.
«No no, è il Derby d'Italia vero. Non c'è un solo contenuto che possa indurre ragionevolmente a far pensare il contrario. Poi, certo, con la prepotenza si può fare tutto».
Ma a me, caro Mauro, va benissimo così. Mettetevi solo d'accordo con quegli altri.
«E certo, tu lo fai, te lo giochi in ogni caso. Però ti voglio far notare che Milan-Juve è la partita più antica del calcio. Dicono gli interisti: ma voi siete stati in B. Ma non c'entra, perché noi siamo nati molto prima di loro, sia Juve che Milan. Gianni Brera decise che era Inter-Juve il derby d'Italia perché, all'epoca, erano le due squadre che avevano vinto più scudetti e spesso se lo contendevano».
Tutto giusto, ma se adesso gli altri vi raggiungono vincendo il 17° tricolore?
«No guarda: i tricolori dell'Inter saranno sempre 16+1. Perché quello di cartone resta tale».
Allora è un'altra cosa. Del resto è stato lo stesso Ibrahimovic a dire che questo sarà il terzo scudetto consecutivo, mica il quarto come sostiene la vulgata interista.
«Appunto, e quindi l'Inter ne ha 16+1. E poi, prima di dire diciassette, calma. E tu non fare il minimalista in vista di domenica sera».
In che senso…
«Per il Milan sarà molto dura. Ci sono quelli che ricordano il famoso 2-6 del '96 e sostengono che, come quella volta in un nostro momento di difficoltà voi non aveste pietà, pure noi stavolta dovremmo fare altrettanto. Poi ci sono gli altri, quelli convinti che invece sarà dura. E io sposo questa seconda ipotesi, perché non mi fido della Juventus».
Mauro, stai sereno. Anzi, più me ne farete domenica sera e più sarò contento
«Ma non si può dire una cosa del genere».
Si può dire eccome. Stiamo attraversando un periodo disastroso. Per sperare nel ribaltone occorre una sonora lezione, e se me la darete voi la accetterò volentieri. Altrimenti c'è il rischio che qualcuno non capisca che così la Juve non può andare avanti.
«Non ti lamentare: la Juve ha fatto comunque un girone di Champions importante ed è stata eliminata dal Chelsea di Hiddink, che non è poca roba. Scusami».
Guarda, dalla Champions non mi aspettavo granché, perché c'erano squadre più forti della mia. Le mie aspettative le riponevo sul campionato, così com'ero convinto che almeno la Coppa Italia sarebbe stato un obiettivo abbordabile. Sfatiamo il luogo comune secondo il quale certi trofei non valgono nulla: a me sarebbe piaciuto giocarmi la finale di Coppa Italia a Roma, così come penso che a te non sarebbe dispiaciuto fare altrettanto a Istanbul con la finale di Uefa. Diamo ai trofei il valore che meritano
«Ti dirò un'altra cosa: noi temiamo parecchio i vostri saltatori. Amauri, Chiellini, Legrottaglie. Giocatori che possono presentarsi in area e farci magari una pappina di testa».
Ma come, è ancora un vostro punto debole quello delle palle alte? Eppure prendete molti meno gol di prima.
«Non è un punto debole nostro, è un punto di forza della tua Juve».
In questo momento i miei punti di forza si sono azzerati. Fino a gennaio quello dei palloni alti lo era, è vero, ma adesso non prendiamo manco più quelli. Quando arriva uno come Buffon a definire colabrodo la propria difesa, a disperarsi, vuol dire davvero che il momento è tragico.
«Toglimi una curiosità: ma se ti avessero detto che Inzaghi avrebbe continuato a segnare pure a 37 anni un gol a partita, tu l'avresti venduto?».
Chiaro che me lo sarei tenuto. Però ti ricordo che l'Inzaghi milanista è migliorato molto rispetto a quello della Juve, sebbene pure allora segnasse parecchio. Adesso sbaglia meno, mentre prima si mangiava tantissimi gol. Me ne ricordo uno, proprio contro di voi a San Siro, clamoroso: dopo aver scartato Abbiati, solo davanti alla porta sparò in curva. E poi alla Juve aveva qualche problemino con Del Piero, tra i due non correva buon sangue e spesso non si passavano nemmeno la palla.
«Nella partita d'andata la Juve ce ne ha fatti 4, anche perché stavate meglio. È vero che adesso quelli più in palla siamo noi, però il Milan deve ancora dimostrarlo».
Smettila con la scaramanzia. Siete al momento la squadra più in forma del campionato, e quando vi gira giusto, con tutta quella tecnica che avete in campo, potete battere chiunque, e poi incontrate una Juve in crisi. Le condizioni migliori per il Milan.
«Marcello, dimenticati Ranieri e Blanc. Nei 90 minuti, lo spirito della maglia, i lottatori della Juve, insomma: sul campo è ancora tutta da vedere».
Quando si gioca per qualcosa, in campo dài sempre il 101 per cento. Quando invece sai che conta per poco o nulla, conta poco o nulla avere attorno 80mila persone e giocare a San Siro: non ce la metti, e basta. E la mia Juve non ha gli stimoli giusti per affrontare come dovrebbe questa partita, anzi… Ecco perché temo la goleada rossonera.
«Ma se per caso, a un certo punto, una delle due tifoserie si mette a cantare "chi non salta nerazzurro è", l'altra parte cosa fa?».
Ovvio: la segue. Ecco, trasformiamo questa partita in una festa, così almeno la sconfitta la patirò di meno.
«Se mi batti, potresti consegnare lo scudetto all'Inter. Vorresti mica fare una cosa del genere, tra l'altro nel giorno del mio compleanno».
Proprio io che gliene ho già regalato uno? Giammai, quindi meglio perdere.

Ma un giorno sono sicuro che assisteremo alla cerimonia della scucitura di quello scudetto di cartone, con riconsegna ai legittimi padroni di quello vero, e voi milanisti sarete tutti invitati ad assistere.
«Bel ruffiano, neee? Ps: forza Juve!».

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