Per ora sono solo proposte, momenti di confronto tra il Campidoglio, lAma e il Dipartimento dellamministrazione penitenziario del Ministero della Giustizia; ma presto potrebbero diventare iniziative concrete per il reinserimento lavorativo dei detenuti delle carceri romane.
In occasione della seconda giornata di pulizia straordinaria di alcune aree cittadine, grazie al lavoro di chi sta in carcere, il sindaco Alemanno ha potuto confrontarsi con il responsabile del dipartimento penitenziario del Ministero della giustizia, Sebastiano Ardita. Durante il confronto quello che è emerso è la volontà «di sviluppare - ha spiegato il sindaco - in modo sistematico iniziative di questo genere». In pratica si tratta di individuare, con un bando interno alle carceri, quanti siano i detenuti idonei al lavoro esterno: secondo Ardita però «non sono molti, al massimo una trentina». I detenuti che avranno i requisiti, divisi in squadre, potrebbero essere utilizzati per il decoro urbano per incrementare, secondo quanto proposto dallamministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, «il numero degli addetti che oggi è di venti». Ma non solo. Il sindaco ha lanciato lidea che potrebbero essere utilizzati per lavori dufficio «come ad esempio lo smaltimento delle pratiche in giacenza allanagrafe». «In questo modo - ha continuato Alemanno - si raggiunge un doppio risultato sociale ed economico».
Ieri, intanto, 59 detenuti di Rebibbia hanno ripulito il Foro di Cesare e il Parco della Caffarella. Frutto di un protocollo firmato il 5 agosto scorso, da Ama, Comune e ministero della Giustizia, liniziativa ha coinvolto 48 uomini e 11 donne che, dopo un corso di quattro ore, sono stati messi al lavoro sotto la sorveglianza della polizia penitenziaria e con la supervisione di 14 operatori dellufficio decoro urbano. Liniziativa è gemella di quella che lo scorso 15 agosto coinvolse 19 detenuti nei giardini di via Valpadana e davanti alla stazione Santa Maria del Soccorso della Linea B della metropolitana.
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