Detersivi, Real Madrid e battute copiate StupiDario elettorale di un leader in crisi

Se Forrest Gump ci ha insegnato qualcosa, è che «stupido è chi lo stupido fa». Non c’è patente di minchioneria che tenga: non si giudicano le persone, ma le loro azioni e le loro parole. Quindi, se il leader del Pd sforna boiate come se pescasse dalla borsa senza fondo di Eta Beta e addirittura pubblica un video elettorale su un sito di filmati pirata su internet, è divertente fare una succulenta e - per quanto possibile - divertita cernita delle sue corbellerie.
Lo StupiDario di Franceschini ha raggiunto in questi giorni il suo climax, come la sarabanda finale degli spettacoli pirotecnici. Madre delle uscite infelici è quel «fareste educare i vostri figli da Berlusconi?» che lo ha costretto a chiedere scusa e a incassare i rimbrotti anche dai suoi colleghi del Pd: in un attimo ha perso ogni credibilità sulla vicenda e ha dovuto abbassare le orecchie come un cocker. Geniale. Però il segretario non si è lasciato intimorire e ha puntato forte sul suo sense of humour: «Ho scoperto di avere i superpoteri, dato che per il Pdl influenzo i giudici». E in effetti se il Pd affonda alle Europee, lui sparisce come l’Uomo Invisibile. E ancora «il premier in campagna elettorale sembra che venda detersivo», oppure «sui rifiuti di Palermo fa promesse per dopo il voto, tanto “fatta la festa, gabbato lo santo”».
Il problema è che a «Ciuffolino» Franceschini le battute non riescono bene. È un po’ come l’oratoriano che c’è in ogni classe di liceo, che si impegna tanto ma non fa ridere manco se ti fa il solletico. Oddio, in realtà l’effetto spassoso lo ottiene, ma quando non vorrebbe. Quando dice «rivendico il bilancio positivo di Veltroni» la gente effettivamente ride assai. E quando poi si lascia scappare «se perdo le elezioni mica vado in Africa» pure. Veltroni escluso, che lo sfottò pare non l’abbia preso benissimo. Perché a volte pare proprio che non se ne accorga, che quando apre bocca fa solo danni. Si appella «all’unione dell’opposizione» e il giorno dopo litiga con Di Pietro; attacca il candidato-portiere del Pdl a Firenze dicendo «Galli è improvvisato» e poi magnifica la velista Alessandra Sensini candidata del Pd dicendo «le sue medaglie parlano per lei». Insomma, il dubbio che sia contagiato da Jerry Lewis e Fracchia c’è.
Le metafore sono il suo pezzo forte. Ne ha una confezione famiglia pronta all’uso: «Paragonare Blair a Mario Mauro? Come Maradona con Beccalossi». Secondo tempo: «La sfida politica in Italia dal 1994 è truccata dai mezzi di informazione: come giocare Spal-Real Madrid al Bernabeu tutto il campionato». Che sottointende anche un’altra verità: il Pdl è da Champions league e lui da serie C. Altro capitolo dello StupiDario sono le ossessioni. Tra il paranoico e il grottesco: «Berlusconi sta chiuso nel suo bunker di lusso ma deve capire che il mondo non è di plastica». E va be’, lo metteremo nel sacco nero. «L’8 giugno c’è un rischio per la democrazia», «le ronde sono come le camicie nere», e ancora «Berlusconi ha in mente un modello uzbeko». D’altronde lui quando è stato investito leader ha giurato sulla costituzione come se fosse Lincoln, se ne intenderà, no?
Come ogni cabarettista, ha pure lui i suoi tormentoni. Che rimano con Berlusconi. Se si tiene la tv accesa su un suo discorso a caso e si presta attenzione solo al suono, si sentirà «barabarabam... Berlusconi... pimpiripettenuse... Berlusconi». È il suo mantra: «Berlusconi dice di essere il leader più popolare del mondo? Io so che piace anche su altri pianeti»; «Berlusconi al G20 ci va in gita scolastica»; «Berlusconi senza sondaggi non dorme bene, ma io so che avrà il 92%». Addirittura, una volta gli è riuscito di essere spiritoso. Ospite in tv della Bignardi, ha raccontato la barzelletta di Berlusconi che chiede a un bimbo quanti anni ha. «Tre», gli risponde il piccolo. E il Cavaliere gli fa: «Alla tua età ne avevo 5». Divertente. Peccato che l’avesse già raccontata Berlusconi stesso qualche mese prima.
Insomma, mentre si affanna a rincorrere tutti, a Franceschini è scesa la catena della lucidità. E ha inforcato decine di dichiarazioni tra l’arlecchinesco e il grullo: «A Trento (dove il Pd stranamente non è affondato, ndr) vince l’Italia reale che non si fa condizionare dalle fiction». E ancora «Berlusconi è clerico-fascista», detta subito prima di correggere il tiro con un «la maggioranza è contro la Chiesa». Per non parlare delle sue tenere autodifese: «Finché ci sono, io sono l’unica voce del Pd» (magari l’unica che non urla) o «la guerra tra bande nel Pd interessa solo a 2-3 politologi», o ancora «al loro leader i democratici tirano calci nelle caviglie: io sono segretario da otto giorni ed è già un record» e «basta con i gufi che disegnano scenari lugubri per il Pd».
E in effetti gli scenari sarebbero meno plumbei se Dario pensasse fino a dieci prima di parlare. 1, 2... Magari non invito Berlusconi al 25 aprile con il risultato che poi quello ci va e lo loda pure Scalfari di Repubblica... 3, 4... magari non dico «tra moglie e marito non mettere il dito» salvo poi dichiarare a Chi che «uscirei a cena con Veronica a patto di non parlare di Silvio» chiosando con un «la politica del gossip ci danneggia»... 5, 6... magari non dico di Garimberti che «è super partes, non nostro» solo quando vota i direttori Rai fregandosene delle indicazioni del Pd... 7, 8... magari mi risparmio la beatificazione di Sassoli che dal Tg1 si candida «per una scelta di vita e di servizio».

.. 9, 10... e magari la pianto di dire che «gli italiani non sono stupidi e hanno capito che Berlusconi li prende in giro». Metti che gli italiani non sono stupidi sul serio e capiscono che a prenderli in giro sono io...

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