«Diamo l’allarme ma non ci ascoltano E i più imprudenti sono gli adulti»

Ancora valanghe e ancora vittime...
«Purtroppo non possiamo impedirlo. Noi ci occupiamo di prevenzione e segnaliamo gli allerta meteo». A parlare è Valerio Zani, vice presidente del Corpo nazionale di Soccorso Alpino e Speleologia.
Allarmi che però spesso vengono ignorati
«Sì. Purtroppo registriamo numerosi casi di persone che sottovalutano i rischi e disattendono le regole».
Ma cos’è una sfida, semplice incoscienza?
«Un mix di incoscienza, inesperienza e voglia di protagonismo».
Come comportarsi?
«La montagna è semplicemente un ambiente che esige il rispetto delle regole».
Dopo le ultime tragedie è aumentato il bilancio di incidenti rispetto all'anno scorso?
«Al momento non ci sono incrementi significativi ma è un po' presto per fare confronti visto che la stagione entra nel vivo proprio adesso»
Cosa può fare il soccorso alpino per evitare altre tragedie?
«Stiamo monitorando diverse località e a gennaio in 50 città diverse abbiamo sensibilizzato gli sci-alpinisti sul campo»
Pensa sia abbastanza?
«È un passo avanti anche se a volte la voglia di sfidare il pericolo è più forte di tutto il resto, e questo a volte si rivela fatale».
Quando per fortuna questo non accade, rimane il capitolo delle spese di soccorso?
«Un intervento è molto oneroso sia dal punto di vista dei costi sia del personale impiegato. Se poi viene utilizzato anche un elicottero i costi gravano sul servizio sanitario pubblico e quindi sui cittadini».


Si può tracciare un profilo dell'imprudente?
«Paradossalmente sono più incoscienti e più pericolosi gli adulti perché ormai il loro modus operandi è immodificabile. Mentre i giovani sono più pronti ad essere istruiti».

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