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"Difetti critici...": l'allarme sul prossimo scudo missilistico di Taiwan

Secondo l'analisi di una rivista militare cinese il futuro piano di difesa missilistica T-Dome di Taiwan presenterebbe gravi vulnerabilità e sarebbe inefficace contro un attacco da parte di Pechino

"Difetti critici...": l'allarme sul prossimo scudo missilistico di Taiwan
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Il sistema di difesa aerea proposto da Taiwan, conosciuto come T-Dome, presenterebbe "vulnerabilità e difetti critici" e sarebbe inaffidabile in caso di attacco da parte dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) cinese: questo, in sintesi, è il resoconto di una lunga analisi pubblicata da una rivista militare di Pechino. Il T-Dome, ispirato all'Iron Dome israeliano e al Golden Dome americano, è stato svelato ufficialmente a ottobre e dovrebbe servire a proteggere l'isola da minacce esterne, tra cui aerei, droni e missili, intercettandoli prima che possano colpire Taiwan. Sebbene il presidente taiwanese William Lai non abbia fornito molti dettagli tecnici, il Ministro della Difesa, Wellington Koo Li Hsiung, ha affermato che il sistema dovrebbe puntare sull'integrazione delle tecnologie esistenti con nuove soluzioni, come l'intelligenza artificiale, invece di acquistare ingenti quantità di nuovi missili. Ecco che cosa è emerso.

Una falla nel futuro sistema difensivo di Taiwan?

Secondo l'analisi pubblicata nel numero di dicembre della rivista Ordnance Industry Science Technology, il sistema sarebbe composto principalmente da sistemi missilistici Patriot made in Usa (come il PAC-2 e il PAC-3), intercettori taiwanesi Tien Kung II, III e IV, e altre tecnologie come il NASAMS (National Advanced Surface-to-Air Missile System), il sistema Avenger e i missili Stinger. Tuttavia, la pubblicazione mette in evidenza numerosi limiti nel T-Dome. La mancanza di capacità di intercettazione eso-atmosferica (alto aereo, difesa spaziale) lo renderebbe inefficace contro i numerosi missili balistici a medio raggio del PLA. Inoltre, solo l'ultimo sistema Patriot PAC-3 MSE sarebbe in grado di intercettare missili balistici ad alta velocità, mentre gli altri sistemi sarebbero incapaci di affrontare missili che viaggiano a velocità superiori a Mach 10 durante la fase terminale.

Un altro problema rilevato riguarda la carenza di missili intercettori. L'esercito di Taiwan dispone attualmente di un numero limitato di sistemi Patriot PAC-2 e PAC-3, con una capacità di circa 600 missili, che aumenterebbe a poco più di 1.000 unità con i nuovi PAC-3 MSE previsti per il 2026. La rivista ha sottolineato che i missili Patriot devono essere importati, mentre la produzione annuale del sistema Tien Kung III è limitata a solo 48 unità. La pubblicazione ha anche sollevato preoccupazioni sulla qualità dei sistemi missilistici prodotti localmente, come il Tien Kung III, che sarebbe poco affidabile a causa di carenze nello sviluppo e nella ricerca. Inoltre, i sistemi più vecchi, come i PAC-2, sono stati sottoposti a una manutenzione inadeguata, che ha portato a vari incidenti di autodistruzione.

L'importanza della difesa

Secondo il South China Morning Post, l'analisi ha anche evidenziato problemi legati al personale, suggerendo che l'esercito taiwanese è sottodimensionato di circa il 37%, con personale in posizioni chiave privo di esperienza adeguata e con cicli di formazione compressi. La rivista ha criticato anche il governo del Partito Democratico Progressista di Taiwan, accusandolo di gestire i programmi di armamenti locali come veicoli per la corruzione, sebbene senza fornire prove concrete. In conclusione, la rivista ha affermato che il piano di difesa T-Dome, se attuato, sarebbe "fondamentalmente inaffidabile".

Taiwan, che considera la sua difesa come una priorità assoluta, si trova al centro di un contesto geopolitico complesso. Pechino vede l'isola come parte del suo territorio e si riserva il diritto di riunificarla con la forza, se necessario.

Sebbene la maggior parte dei paesi, tra cui gli Stati Uniti, non riconosca Taiwan come stato indipendente, Washington ha dichiarato di opporsi a qualsiasi tentativo di annessione forzata e continua a fornire sostegno militare all'isola.

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