Diktat Camusso: «La Fornero non vada in fabbrica»

Un ministro del Lavoro dentro una fabbrica? Roba da matti. Un battibecco che fa venire un po’ in mente le lotte operaie e i sindacati di fabbrica degli anni Sessanta. Evidentemente il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso (che nel ’60 aveva 5 anni) in quanto a idee è rimasta un po’ indietro, ancora ferma a cinquant’anni fa. La decisione del ministro del Welfare, Elsa Fornero, di andare, lunedì prossimo, a spiegare la riforma del lavoro davanti alle tute blu dell’Alenia di Torino, è stata definita da Susanna come «una scelta molto discutibile». La segretaria ha letto in quella decisione una «logica di sfida», manifestando la sua rabbia in un’intervista al Corriere della Sera: «Ritengo che ognuno abbia i suoi ruoli che bisogna mantenere e rispettare. Io ci vedo della supponenza in questo gesto».
Alla lady di ferro Fornero quelle frasi sono entrate da un orecchio e uscite dall’altro. Come se avesse pensato: ce ne faremo una ragione.

E la ministra ha liquidato con eleganza il sorgere di altre polemiche, sempre in agguato: «Ho ricevuto un invito da mille e più persone. Non accettare sarebbe stato scortese. Se la Camusso ha un altro modo di intendere la cortesia...». Le acque si fanno molto agitate.

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