No ai saldi in «alta stagione». La protesta dei commercianti di Genova è arrivata a palazzo Tursi. I consiglieri dell'opposizione Matteo Campora (Forza Italia), Aldo Praticò (An) e Gianni Bernabò Brea (La Destra) hanno presentato un'interrogazione all'assessore Gianfranco Tiezzi. «I saldi anticipati snaturano il vero senso dell'iniziativa - spiega fra l’altro il consigliere comunale del Gruppo Misto, Bernabò Brea -, che dovrebbe essere un modo per svuotare i magazzini prima della nuova stagione, non un dover svendere tutto prima del tempo».
Nel clima di crisi che sembra dover coinvolgerle anche questo Natale, il problema dei saldi anticipati è molto sentito da tutti i commercianti. «In particolare da chi lavora nel settore dell'abbigliamento - osserva Praticò, capogruppo di Alleanza Nazionale -: chi oggi vede una cosa in vetrina, aspetterà per comprarla fino al 3 di gennaio. Quando, però, i soldi della tredicesima saranno già finiti e lo stipendio di gennaio non ancora arrivato. Ergo: nessuno comprerà».
E se le previsioni saranno attendibili, a soffrire di più saranno i piccoli commercianti. Impotenti di fronte alle grandi catene e agli ipermercati. Costretti, per vendere, ad abbassare i prezzi prima del previsto. «Dobbiamo dare una risposta alla protesta, scegliendo una politica di sostegno e di tutela verso le piccole attività, senza dimenticare la funzione sociale sul territorio - sostiene dal canto suo Campora -. In questo modo andiamo incontro alla desertificazione di intere strade». I consiglieri hanno proposto un ritorno ai «vecchi» saldi, quando lo «sbarazzo» era in bassa stagione, tra la fine di gennaio e i primi giorni di febbraio. «C'è certamente bisogno di una regola che sia valida per tutti a livello nazionale - commenta l'assessore al Commercio del Comune, Gianfranco Tiezzi -. È pur vero che anche nelle grandi capitali, europee e non, tutti si gestiscono come meglio credono». E porta l'esempio di Londra, dove i saldi inizieranno il 26 dicembre. Una data ancora più «calda».
«Non crediamo però che la data sia determinante - prosegue Tiezzi -, è solo un'indicazione che vuole andare incontro alle esigenze dei consumatori e per muovere un mercato che pare stagnante».
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