La dinamica è ancora incerta, ma prende sempre più corpo l’ipotesi dell’errore dell’equipaggio dell’aliscafo. Inutilizzabili le immagini del radar satellitare: era spento Scontro nello Stretto, indagati i comandanti La procura di Messina mette sotto

Il ministro dei Trasporti ammette: i sistemi di sicurezza pensati per un traffico inferiore

La dinamica è ancora incerta, ma prende sempre più corpo l’ipotesi dell’errore dell’equipaggio dell’aliscafo. Inutilizzabili le immagini del radar satellitare: era spento Scontro nello Stretto, indagati i comandanti La procura di Messina mette sotto

nostro inviato a Messina
L'inchiesta della procura di Messina avanza con alcuni elementi certi: il primo è che nello scontro in mare c'era una terza nave, il traghetto Zancle della compagnia privata Caronte Tourist, il secondo è che ci sono due indagati. Sono il comandante della nave cargo Susan Borchard, l'ucraino Maksym Poludnjev, 38 anni, e il comandante del traghetto della Caronte-Tourist Zancle, Francesco Donato, 34 anni. Atto dovuto, fanno capire gli ambienti giudiziari. Anche il capitano della Segesta se fosse rimasto vivo, sarebbe stato coinvolto. «Nessuna deduzione e nessuna considerazione - tiene a sottolineare il capo della Procura di Messina, Luigi Croce - ma la necessità tecnica di procedere nell'inchiesta». Un’inchiesta che coinvolge quindi i due principali vettori responsabili del traffico sullo Stretto: la società privata Caronte e quella pubblica, le Ferrovie dello Stato.
L'inchiesta dovrà mettere in evidenza gli atteggiamenti che hanno causato la tragedia anche per l'eventuale fase successiva dei risarcimenti sia ai parenti delle vittime, sia alla società vittima dell'errore. E più che di errore si continua a parlare di distrazione dell'equipaggio che guidava l'aliscafo delle Ffss. Ma nella dinamica dell'incidente, gli inquirenti, che si serviranno di due esperti nominati dal tribunale, dovranno verificare se erano in funzione tutti i sistemi di sicurezza previsti dalla legge. Sarà l'analisi della ricostruzione satellitare che insieme alle testimonianze dei passeggeri farà capire la dinamica dell'incidente e in particolare il perché di quella virata finale del Segesta che un attimo dopo diventò bersaglio della nave portacontainer. Che addirittura prima di riuscire a fermarsi ha trascinato per un paio di miglio l'aliscafo ormai tranciato. «Abbiamo capito che eravamo in rotta di collisione - racconta il capitano che da due giorni è bloccato con il suo carico a Messina - abbiamo ridotto la velocità, azionato le sirene, i segnali di luce ma nel Segesta non è stato capito quello che stava succedendo».
Per capire la dinamica non si potrà utilizzare invece il radar previsto per legge, il Vts, perché da oltre venti anni non è stato messo a regime e a volte non funziona oltre le 17 del pomeriggio, come il giorno della tragedia. «Sarebbe servito a poco», dicono tutti, sia i tanti operatori che in questi giorni affollano la banchina, sia gli stessi magistrati. Convinti che il sistema numero uno per evitare guai è l'attenzione al proprio radar e, quando c'è bel tempo, lo sguardo vigile.
Il problema della sicurezza dello stretto di Messina è diventato adesso dibattito pubblico e priorità nei piani del ministro Bianchi anche se per l'opposizione, portata avanti con una interrogazione dall'Mpa, «si è trattato di bla-bla, senza una sola proposta concreta», sottolinea il siracusano Nello Neri. Il ministro ieri ha ripetuto parte di quella che aveva già detto a Messina: «Le misure di sicurezza sono di un elevato sistema di efficienza. Ma è stato pensato precedentemente all'aumento tumultuoso del traffico di attraversamento raggiunto in questi anni». E in aula ieri ha ribadito che «forse è necessario adeguare i sistemi di sicurezza». Al di là di quel «forse» eccessivamente prudente, il ministro ha annunciato la necessità di un’Authority per lo stretto e della commissione di inchiesta che verrà fatta per capire quanto è successo. Su un elemento si sono trovati tutti d'accordo, grande efficienza della macchina dei soccorsi. E in capitaneria ricordano che una settimana fa era stata fatta una simulazione che si è mostrata di grande utilità. Soccorsi che hanno visto impegnata anche la nave portacontainer che quando è riuscita a fermarsi ha raccolto i primi feriti.


Passato il momento dello choc Messina adesso è in attesa dei funerali che saranno sabato prossimo e si aspetta anche il presidente del Senato. Oggi, invece, ci saranno i funerali delle vittime dell’indicente. Intanto sullo Stretto decine di traghetti, aliscafi e navi, solcano le acque tra Scilla e Cariddi senza soluzione di continuità.

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