Roma - La legislatura finisce anzitempo. Presidente Lamberto Dini, di chi è la colpa?
«La responsabilità principale è di Romano Prodi. Per sua scelta, per la sua cocciutaggine, ha voluto sfidare il Senato. Anna Finocchiaro glielo aveva detto: Romano non hai la maggioranza a Palazzo Madama. Invece, lui niente: è voluto andare avanti. Se non fosse venuto al Senato, c’era la possibilità di allungare la legislatura. Poteva essere individuata una soluzione con il presidente della Repubblica. Magari per mettere a punto una riforma elettorale. Invece, per la presunzione di Prodi, la legislatura è finita. Voleva governare per cinque anni. Ma chi glielo aveva detto? La chiromante?».
Forse la chiromante non glielo avrà detto. Ma pensava di aver vinto le elezioni...
«Appunto, lo pensava soltanto lui. Adesso, qualcuno della maggioranza propone un governo di larghe intese per fare la legge elettorale. Ma bisognava farlo prima un governo di larghe intese, non ora».
A dir la verità l’aveva proposto Berlusconi all’indomani delle elezioni...
«Invece, non solo hanno respinto l’offerta, ma hanno fatto anche man bassa di posti e poltrone. Senza rendersi conto che per la protervia di questo governo e per una politica economica sbagliata, in 15 mesi questo governo ha dimezzato i consensi. Comunque, l’inizio della crisi del governo Prodi è stata la nascita del Partito democratico».
Eppure Prodi è il presidente del Pd.
«Non vuol dire niente. Alcuni esponenti del Pd hanno voluto accelerare la nascita del nuovo partito, senza una solida base tra le forze del centrosinistra. Io li avevo avvertiti che era necessario un processo più graduale, per favorire un’omogeneizzazione tra forze che si erano combattute per 50 anni. Invece, chi ha voluto accelerare, nella migliore delle situazioni, si troverà a fare i sindaci di due città».
A chi si riferisce?
«A Fassino e Rutelli. Sono loro che hanno voluto accelerare. Con il risultato che hanno prodotto scissioni, sia a sinistra, sia al centro. A sinistra se n’è andata gente di peso, come Mussi, Salvi, Villone, Angius».
Ed al centro siete usciti voi...
«Noi liberaldemocratici avevamo aderito alla Margherita, ed al congresso di luglio avevamo il 10% dei delegati. Con la nascita del Pd ci siamo resi conto che non c’era spazio per la cultura liberaldemocratica e ci siamo presi libertà di azione politica. A quel punto hanno iniziato a parlare di vincolo di mandato. Ma di cosa parlano? Ma lo sanno che l’articolo 67 della Costituzione dice espressamente che non esiste vincolo di mandato per i parlamentari? Rutelli addirittura dice che avevamo giurato. Ma cosa dice? Su cosa avremmo giurato? Adesso ci si mette anche Chiti a dire le stesse cose. Io ero stato eletto nella Margherita, partito che si è dissolto nel Pd».
E vi chiamano pugnalatori...
«Noi pugnalatori? Ma lo sanno che a Palazzo Chigi sono convinti che chi li ha pugnalati davvero è stato Veltroni, soprattutto dopo aver detto e ribadito che alle elezioni vuole andare da solo? Noi pugnalatori? E perché nessuno ha mosso la stessa accusa a Bossi, quando ha fatto mancare la maggioranza a Berlusconi nel 1994? O a Rifondazione comunista che ha fatto lo stesso con Prodi nel 1998? Russo Spena se lo ricorda? Oppure che il governo D’Alema fu formato grazie ai voti dell’Udr, di Cossiga e di Mastella, provenienti dal centrodestra? La realtà è che uno diventa pugnalatore solo se va contro la sinistra. In verità, ci siamo soltanto ripresa libertà di azione politica, visto il continuo slittamento a sinistra nell’azione del governo Prodi».
Scusi, vi chiamano pugnalatori, ma è vero che vi hanno offerto di tutto pur di restare nella maggioranza...
«Se Berlusconi prova a recuperare voti, scatta l’inchiesta di una procura. Se lo fanno gli altri, va tutto bene».
Ma cosa le hanno offerto pur di votare la fiducia a Prodi?
«Sono un gentiluomo. Le rispondo con un sorriso».
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