Distretto sociale? Secondo piano. Per arrivare agli uffici di Piazza Posta Vecchia la scelta è tra un quasi nascosto tanto vetusto ascensore o due piani di gradoni. E dire che al distretto sociale Centro est si rivolgono soprattutto anziani e portatori di handicap. Per i quali, arrivare agli uffici, può diventare una vera a propria impresa. «Una situazione che si trascina da tempo - dice Aldo Praticò, capogruppo di Alleanza nazionale in consiglio comunale -, uffici del genere dovrebbero essere al piano strada, massimo primo piano. E soprattutto non presentare barriere architettoniche». Invece, gli alti scalini alla genovese non perdonano e nel piccolo ascensore non può entrare una carrozzella, se non ripiegata.
Ma il problema, purtroppo, non è solo quello dell'infelice posizione del distretto Centro est. Sono pochissimi i genovesi che conoscono i distretti sociali e i loro servizi. Colpa di una campagna pubblicitaria e di informazione inesistente: «Il comune non ne ha mai dato notizia - spiega Praticò -, così nessuno sa dove sono e che cosa fanno. E i pochi che lo sanno hanno difficoltà a raggiungerli. Come nel caso del Centro est».
I distretti sociali sono nove in tutta la città, con uffici distribuiti sui municipi. Da statuto, la loro funzione è quella di monitorare i bisogni sociali del territorio per realizzare interventi mirati di supporto, prevenzione e promozione del benessere. Politiche per la tutela dei minori, per le famiglie e sostegno agli anziani.
A loro spetta anche la tutela della salute all'interno delle scuole, sono punto di riferimento per l'assistenza domiciliare e gestiscono pratiche burocratiche legate, per esempio, alla distribuzione dei permessi di parcheggio per i disabili. I distretti hanno precisi territori di pertinenza. Quello del centro est raccoglie le esigenze dei cittadini dei sestieri di Pré, del Molo, della Maddalena e Portoria. «Zone ad alta concentrazione di anziani - osserva Praticò -. Cosa che rende ancora più irrazionale il posizionamento di un centro così importante al secondo piano di un antico palazzo».
La creazione dei nove distretti, che fa parte del piano regolatore sociale del comune di Genova, va nella direzione del decentramento delle politiche sociali, creando così una maggiore capillarità di servizi sul territorio.
«Per lasciare invariato il livello dei servizi alla persona il Comune ha dovuto ricorrere all'aumento dell'addizionale Irpef - fa notare il capogruppo di An -. Poi, i servizi che con il sacrificio di tutti vengono messi a disposizione, non vengono comunque sfruttati al massimo. È assurdo».
Il Distretto sociale, questo sconosciuto. Condivide Roberta Papi: «Il distretto nasce per i cittadini - conferma l'assessore alle politiche socio - sanitarie -. È importante che diventi un vero punto di riferimento». Certo, sul sito internet del Comune di Genova ci sono orari e indirizzi.
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