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«Discriminato da Atm» Ma il giudice respinge il ricorso di Mohamed

Mohamed non sarà assunto da Atm, né come operaio né come elettricista. Almeno per ora. A dirla tutta, Mohamed Hailoua - il marocchino che aveva presentato un ricorso contro l’azienda di trasporti perché tra i requisiti richiesti per diventare suoi dipendenti c’è quello della cittadinanza italiana o di altro paese dell’Unione europea in virtù di un Regio decreto del 1931 - la domanda di assunzione non l’aveva neanche presentata. E tanto è bastato al Tribunale del lavoro per giudicare inammissibile la sua «battaglia».
Il motivo è quasi banale. Perché - scrive il giudice Gabriella Mennuni nelle cinque pagine di ordinanza - «tra le condizioni per quali è possibile agire in giudizio, si deve considerare l’interesse ad agire che deve essere attuale e concreto», e non «meramente potenziale». In altre parole, ritenere in astratto che Atm avrebbe respinto la «candidatura» di Mohamed senza che questa sia mai stata realmente presentata trasforma una causa di lavoro in un «astratto quesito giuridico sulla natura dei bandi di concorso che contengano il requisito della cittadinanza tra le condizioni di assunzione». E su questa materia non sussistono «le condizioni per l’azione giudiziale». Anche se il Tribunale respinge l’istanza «con profondo rincrescimento», perché la vicenda «per i suoi risvolti giuridici e sociali meriti certamente un maggiore approfondimento». E poco importa se per il marocchino, assistito dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione e da «Avvocati per niente onlus», il punto non è tanto la possibilità o meno di presentare il proprio curriculum all’Atm, quanto il fatto di saperlo direttamente cestinato nel caso lo facesse a causa del Regio decreto. Per Mennuni, infatti, pronunciarsi sul suo ricorso «potrebbe in seguito rivelarsi inutile in quanto non vi è garanzia che il ricorrente, una volta ottenuta una pronuncia a sé favorevole, presenti effettivamente la sua domanda di assunzione». Hailoua, scrive, potrebbe nel frattempo aver trovato un altro posto di lavoro, o semplicemente non avere più interesse a farlo. Inoltre «il contenuto di un bando di concorso non sembra rappresentare un serio ostacolo alla semplice presentazione di una domanda di ammissione». Ritiene il giudice che «potrà certamente scoraggiarla ma non renderla impossibile di per sé».
«Si tratta di una decisione esclusivamente procedurale che non risolve nulla perché non affronta il merito della questione», commenta l’avvocato Alberto Guariso, uno dei legali di Mohamed.

«Atm ha dichiarato di non voler o poter assumere il nostro cliente in quanto marocchino, dunque la questione era assolutamente delineata e il giudice avrebbe dovuto prendere una decisione». Perciò «ora presenteremo la domanda di assunzione e nello stesso tempo il reclamo contro la decisione del giudice». Atm, invece, si dice «soddisfatta del risultato. Come previsto è stato rigettato il ricorso».

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