È discriminazione politica, gli altri erano in edicola

Perdonate la franchezza.
1) Un conto sono gli scioperi dei giornalisti per il rinnovo del contratto nazionale, e un altro conto sono gli scioperi generali contro il governo e il Parlamento proclamati per protestare contro la manovra che ancora non c’era. C’è una bella differenza.
2) La gravità dei contenuti della Finanziaria non poteva essere valutata in quanto la legge non era ancora stata approvata, e difatti è stata poi modificata. Inoltre, per contestare i provvedimenti non c’era bisogno del sindacato: bastava l’opposizione parlamentare che, mi pare, rappresenta anche i lavoratori aventi diritto al voto.
3) I direttori possono editare ciò che vogliono a prescindere dagli scioperi. Ma se la Cgil prende di mira un quotidiano, ne impedisce l’uscita, ma consente la pubblicazione di tutti gli altri, commette una palese scorrettezza, usando due pesi e due misure politiche. Inaccettabile.
4) Vedi la risposta numero 3.
5) I direttori di Corriere e Gazzetta non hanno rinunciato a un bel niente: sono stati messi in condizione di non poter lavorare.
6) La dirigenza sindacale doveva garantire lo stesso trattamento a ogni testata.

Così non è stato. Quasi tutti i giornali dichiaratamente di sinistra (Liberazione, Manifesto e La Repubblica), contrariamente al Corriere, sono andati regolarmente in edicola. Perché? È evidente. Discriminazione politica.

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