Roma - Proposte opposte. Risposte diverse. La politica di fronte alla crisi economica si spacca e si attorciglia. Franceschini chiede il "salario garantito" ai disoccupati, Letta e Casini sono d'accordo, ma solo dopo una riforma delle pensioni. Bersani si mette in coda, ma preferirebbe prima un intervento sull'evasione fiscale. D'accordo anche Di Pietro che suggerisce di pescare i fondi "dall'abolizione delle province". Il centrodestra sta alla finestra dopo il secco no del premier al sussidio di disoccupazione ("Inaccettabile, non ce lo possiamo permettere"), la richiesta di Brunetta di una riforma delle pensioni ("Ce lo chiede la Ue") e lo stop di Sacconi. Con le poche risorse a disposizione l'esecutivo cercherà di fare qualcosa di concerto con le parti sociali. Lo tetsimonia l'invito per domani a Palazzo Chigi alle 17,30. Tema dell’incontro: le politiche per l’economia sociale e di mercato con le 37 sigle rappresentative delle parti sociali. In questo movimento si installa la solita proposta "scoppientante" della Lega che, per concedere ammortizzatori sociali a tutti, chiede la chiusura delle frontiere.
Pd: "Salario ai disoccupati" Il governo è chiamato a riferire nell’aula del Senato sulla crisi economica. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, su richiesta del Pd. Sarà una prossima capigruppo a stabilire la data per le comunicazioni dell’esecutivo. Lo ha riferito il vicepresidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, sottolineando come "il Paese sia di fronte a una crisi gravissima, di proporzioni tali da richiamare quella del ’29, il Senato dev’essere informato e il governo ha l’obbligo di farlo". Il Pd ha chiesto che sia il presidente del Consiglio a spiegare l’andamento della crisi economica, essendo il responsabile dell’esecutivo. I democratici, intanto, presenteranno nel pomeriggio una mozione che definisce la proposta del salario per chi ha perso il lavoro e su questo chiederanno un dibattito a Palazzo Madama.
La proposta dei democratici Varare entro il 31 marzo l’assegno mensile di disoccupazione pari al 60% dell’ultima retribuzione per tutti coloro che non godono di altri strumenti di sostegno al reddito e hanno perso il lavoro dal 1 settembre 2008 al 31 dicembre 2009: è il cuore della proposta del Pd. Nella mozione si specificano anche le coperture: lotta all’evasione, centrale unica per gli acquisti nella P.a., ricostituzione della commissione sulla spending review per tagli di spesa pubblica selettivi e non lineari come previsto dalla manovra d’estate e "utilizzo immediato" degli 8 miliardi dell’accordo governo-regioni per la parte non impegnata per la Cigs. Il costo totale della copertura è di 4 miliardi di euro. "Copertura dell’assegno che- secondo il Pd - non è un problema.Se il governo si mette lì con noi, in mezz’ora la copertura si trova" dice Bersani.
Il Pdl: "Bluff di Franceschini" Sul sussidio per chi perde il lavoro il segretario del Pd "gioca con carte truccate", il suo rilancio è "un bluff" e la proposta si conferma "propagandistica". Lo sostiene il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. "Franceschini gioca con carte truccate. Infatti, sulla base delle risorse esistenti, il governo ha raschiato il barile, anche con l’accordo con le Regioni, per recuperare il massimo di risorse possibili per gli ammortizzatori sociali nei confronti di una serie di categorie. Personalità politiche più serie, che non fanno propaganda, ma parlano di politica economica reale, come Enrico Letta e Pier Ferdinando Casini, collegano l’assegno per i disoccupati a una riforma delle pensioni. Ma, su questo, il Pd subito si spacca perché, invece, Bersani oppone alla riforma delle pensioni la lotta all’evasione fiscale, che non dà grandezze economiche certe e immediate. E se la Confindustria è d’accordo sulla riforma cosa pensano di tutto ciò i sindacati?".
Lega: "No agli immigrati" Di fronte all’inasprirsi della crisi la Lega Nord chiede uno stop a nuovi immigrati, per attribuire i posti di lavoro ai disoccupati italiani: "Noi diciamo - afferma il capogruppo del Carroccio alla Camera, Roberto Cota - sostegno agli ammortizzatori sociali; stop all’arrivo di nuovi immigrati, perché prima dobbiamo reimpiegare i lavoratori italiani che hanno perso il posto e riforme strutturali, che consentano di abbassare la pressione fiscale". Per quanto riguarda la proposta del Pd di un assegno ai disoccupati, Cota osserva: "Franceschini dice una cosa, Letta e Bersani ne dicono altre. E poi, gli ammortizzatori sociali esistono già e sono stati fortemente finanziati dal governo".
L'Idv: "Fondi da abolizione delle province" "L’Italia dei Valori mette al primo posto la necessità di trovare risorse per agli assegni a coloro che non lavorano. Per questo serve un intervento a favore dell’abolizione degli sprechi come ad esempio le province e tutti gli enti pubblici di secondo livello. Un risparmio pari a 10 miliardi di euro". Questa la proposta del leader dell’Idv Antonio di Pietro. "Dall’abolizione delle province si possa arrivare a una cifra tra i 6 e gli 8 miliardi. A questi - prosegue - si aggiungerebbero i soldi risparmiati abolendo le diverse società per azioni che si sono sviluppate nei Comuni.
Poi - aggiunge - andrebbero fatti degli interventi di buoncostume per i deputati che votano per altri 3 colleghi fregandosi 250 euro al giorno oppure la norma approvata in Senato che consente ai senatori di pagare un pranzo 1,50 euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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