Ecco ampi stralci del memoriale steso poco dopo l’arresto da Amanda Knox.
L’INIZIO
«Tutto questo è molto strano, lo so, ma ciò che è accaduto risulta confuso per me come per chiunque altro. Mi è stato detto che ci sono prove schiaccianti che io fossi nel luogo dell’omicidio della mia amica quando è successo. Questo è qualcosa che per me, se mi fosse stato chiesto alcuni giorni fa, sarebbe stato impossibile... ma lasciatemi dire questo: nella mia mente ci sono cose che ricordo e cose che sono confuse. Le cose stanno così, malgrado le prove contro di me».
L’1 NOVEMBRE
«Ho visto Meredith l’ultima volta intorno alle 15-16, poi sono andata a casa di Raffaele a vedere il film “Amelie”. Dopo il film ho ricevuto un messaggio da Patrick (Lumumba, ndr), per il quale lavoro al pub “Le chic”. Nel messaggio mi diceva che non era necessario che andassi a lavorare quella sera perché non c’era nessuno. Adesso ricordo anche di avergli risposto con il messaggio “Ci vediamo. Buona serata”, e questo per me non significa che lo avrei incontrato immediatamente. In modo particolare perché ho detto “Buona serata”. Ciò che è successo dopo non concorda con ciò che dice Raffaele, ma questo è quel che ricordo. Ho detto a Raffaele che non dovevo andare a lavorare e che potevo restare a casa la sera. Dopo questo credo che ci siamo un po’ rilassati insieme nella sua stanza, forse ho controllato la mia e-mail, forse ho letto e studiato, o forse ho fatto l’amore con Raffaele. Infatti penso di aver fatto l’amore con lui. Tuttavia ammetto che in questo lasso di tempo è tutto piuttosto strano perché non sono del tutto sicura. Ho fumato della marijuana con lui e potrei essermi addormentata. Di queste cose non sono sicura. Ho fatto la doccia con Raffaele e questo potrebbe spiegare come abbiamo trascorso il tempo. In realtà non ricordo che giorno fosse ma ricordo che abbiamo fatto la doccia per molto tempo. Lui mi ha pulito le orecchie, mi ha asciugato e spazzolato i capelli. Sono sicura di aver cenato con Raffaele abbastanza tardi, circa alle 11 e che dopo aver mangiato Raffaele ha lavato i piatti, ma i tubi sotto il lavandino si sono rotti e l’acqua ha allagato il pavimento. Ma siccome non aveva un moccio ho detto che avremmo potuto pulirlo il giorno dopo perché noi (Meredith, Laura, Filomena e io) abbiamo un moccio in casa. Ricordo che fosse abbastanza tardi perché eravamo entrambi molto stanchi (sebbene non possa dire l’ora). La cosa successiva di cui mi ricordo è quando mi sono svegliata la mattina di venerdì 2 novembre attorno alle 10 e ho preso una busta di plastica per riportare i vestiti sporchi a casa mia. È stato allora che io sono arrivata a casa da sola e ho trovato la porta di casa spalancata e tutto questo ha avuto inizio».
RAFFAELE
«Mi accusa di aver detto cose che io so che non sono vere. Non gli ho mai chiesto di mentire per me. Questa è una bugia. Ciò che non comprendo è perché Raffaele, che è sempre stato così premuroso e gentile con me, dovrebbe mentire riguardo a questo. So che Raffaele ha fornito prove contro di me, affermando che sono uscita da casa sua la notte dell’omicidio. Che cosa ha da nascondere? Non penso abbia ucciso Mez ma penso che sia spaventato come me. Si è trovato in una situazione in cui non avrebbe mai pensato di trovarsi e forse sta tentando di trovare una via d’uscita prendendo le distanze da me. Onestamente capisco che questa sia una situazione spaventosa».
I FLASHBACK
«Voglio chiarire che ho seri dubbi sulla verità delle mie dichiarazioni perché sono state rese sotto la pressione di stress, shock e perché ero esausta. Non solo mi era stato detto che sarei stata arrestata e messa in prigione per 30 anni, ma sono stata anche colpita in testa. Sono molto confusa. La mia testa è piena di idee contrastanti e mi dispiace di essere incapace a gestirle. C’è una cosa che dentro di me penso sia vera ma c’è anche un’altra possibilità che potrebbe essere vera e, onestamente, non posso dire con certezza quale sia quella giusta. È per questa pressione che dalla mia mente sono venute fuori queste risposte. Nella mia mente ho avuto dei flash in cui vedo Patrick in immagini confuse. L’ho visto vicino al campo di basket. L’ho visto vicino alla porta di casa. Mi sono rannicchiata in cucina con le mani sopra le orecchie perché nella mia testa ho sentito Meredith gridare... queste cose mi sembrano irreali, come un sogno, e non sono sicura se siano cose realmente successe o siano soltanto dei sogni che la mia mente ha creato per tentare di rispondere alle domande che avevo in testa e alle domande che mi sono state poste. Nei flashback che sto avendo vedo Patrick come l’assassino, ma il modo in cui la verità mi appare nella mia mente non c’è nessuno modo per me di appurarla. Tutto quello che ho detto riguardo il mio coinvolgimento nella morte di Meredith, sebbene contrastante, è la migliore verità che io sono stata in grado di pensare. All’inizio ero spaventata, offesa e confusa ma con il tempo sono sopraggiunti lo shock e il panico e ho cominciato a cercare di pensare ad altre spiegazioni ed è perché devo pensare in questo modo che mi sento in contrasto con me stessa. Ora ho le idee più chiare rispetto a prima, ma mi mancano ancora delle parti, e so che questo non mi aiuta. Ma questa è la verità e questo è ciò che penso in questo momento. Vi prego, non prendetevela con me perché ciò mi rende soltanto più confusa e non giova a nessuno. Capisco quanto sia grave questa situazione, e proprio per questo voglio che queste informazioni siano più chiare possibili. Se ci sono ancora parti che non hanno senso, per favore chiedetemele. Sto facendo del mio meglio, proprio come voi. Vi prego, credetemi almeno in questo, sebbene vi capisca se non lo fate».
CHI È L’ASSASSINO?
«So di non aver ucciso Meredith. Questo è quello che so per certo.
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