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Djokovic «tradisce»: Argentina in finale

Già le cose non andavano bene dopo le prime due giornate che avevano proiettato l’Argentina davanti alla Serbia nella semifinale di Coppa Davis. Figuratevi lo sconforto del pubblico alla Belgrade Arena quando Djokovic, vincitore di 3 slam in questo magico anno, è crollato a terra dolorante a metà del secondo set lasciando a Del Potro il punto del successo. In quel momento il fresco campione di Flushing Meadows era sotto per 6-7 e 0-3. Nell’impianto è sceso un silenzio agghiacciante, trasformatosi poi in un applauso affettuoso nei confronti del proprio campione che, pur in cattive condizioni per via d’una schiena affettata da 67 partite, aveva voluto ugualmente scendere in campo per risollevare le sorti della patria tennistica nel match con Del Potro. Troicki, al quale aveva ceduto il posto nel singolare poi perso con Nalbandian, non avrebbe conquistato neppure un set.
Ma gli dei, dopo averlo accompagnato per quasi un anno sul tappeto rosso, l’hanno abbandonato a un destino ingrato con la schiena a pezzi e una strana fasciatura all’altezza delle costole. Si può essere cannibali e uomini allo stesso tempo. Non c’è da stupirsi. Djokovic accusa problemi importanti da oltre un mese: nella finale di Cincinnati s’era ritirato all’inizio del secondo set con Murray, a New York aveva stretto i denti per entrare nella storia. Ieri s’è concesso alla stampa con la faccia tirata e lo sguardo inespressivo: «Sono molto triste per non aver potuto aiutare il mio paese, ma non potevo andare avanti, l’avessi fatto avrei perso ugualmente e rischiato di aggravare il mio problema di salute». Lo rivedremo alle Atp World Finals che si disputeranno dal 6 al 13 novembre a Londra.
La Serbia non ce l’ha fatta a difendere il titolo vinto l’anno passato contro la Francia. Toccherà all’Argentina contendere l’insalatiera alla Spagna di Nadal nella finale in programma a Madrid o Valencia nel primo week-end di dicembre. Neanche il maiorchino stava bene, a New York aveva accusato qualche problema muscolare. Ma in Davis ha dato il meglio di se stesso spingendo i compagni al successo nell’altra semifinale contro la Francia. Nel primo singolare ha fatto a pezzi Gasquet, nel secondo non ha lasciato scampo a Tsonga, in totale 36 set vinti contro 10 persi: una macchina da guerra. L’altro grande del tennis mondiale, Federer, non è stato da meno. Se la Svizzera batterà in giornata l’Australia nel proseguimento dello spareggio che vale l’ultimo posto nel World Group, lo deve a lui.
L’Italia, rientrata nel grande giro dopo 11 anni di cicuta (con il Cile è finita 4-1, con la sconfitta 6-7 (3/7), 2-6 di Bolelli a opera di Capdeville e il ritiro di Massu nel match contro Bracciali), si aspetta una manina dal sorteggio previsto mercoledì prossimo a Bangkok perché non è testa di serie, nel ranking è a quota 19. E quindi può affrontare una fra Argentina, Francia, Germania, Kazakistan, Svezia, Serbia, Spagna, Usa, Repubblica Ceca e Russia.

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