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Dl anticrisi, messa la fiducia ma Fini lima il testo

Il governo ha presentato un maxiemendamento al decreto anticrisi su cui pone la 23° fiducia. Fini blocca le modifiche su energia e studi di settore e avverte: "Rivedere il binomio dl e fiducia". Il Pd: "Questa fiducia è un bavaglio"

Dl anticrisi, messa la fiducia ma Fini lima il testo

Roma - Via le norme sulle reti di energia e quelle sugli studi di settore che erano state inserite nel maxi-emendamento al dl-anticrisi sul quale il governo ha posto la fiducia. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, blocca alcune parti del maxi-emendamento presentato in mattinata. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha tuttavia spiegato che si tratta dello stesso testo presentato in Commissione. Ma il Pd non ci sta e tuona: "Questa fiducia è un bavaglio. Così non si può andare avanti".

Il governo pone la fiducia Il governo pone alla Camera la questione di fiducia sul proprio maxi-emendamento al decreto legge anticrisi. Si tratta della 23° fiducia in questa legislatura, la sedicesima alla Camera. L’assemblea dovrebbe essere chiamata domani alle 18,40 a votare la fiducia mentre l’esame degli ordini del giorno e il voto finale sul provvedimento si dovrebbero svolgere tra lunedì e martedì della prossima settimana. Il decreto legge passerà poi al Senato.

Le modifiche nel maxi-emendamento Presentato il maxiemendamento il governo ha posto la fiducia. Per evitare ulteriori polemiche Fini ha deciso di sospendere la seduta e invitare il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, "a presenziare in Aula". Così, dopo aver svolto il vaglio di ammissibilità sul maxiemendamento presentato dal governo, la presidenza della Camera ne ha dichiarato l’ammissibilità. "La presidenza ha valutato l’emendamento del governo, che riproduce il testo approvato dalle commissioni con alcune modifiche, che consistono in un limitato numero di correzioni e con modifiche di carattere tecnico e di due modifiche già esaminate in commissione", ha annunciato Fini riferendo che sono, però, state espunte dal testo le modifiche su reti ed energia elettrica e studi di settore che potranno essere esaminate in altri provvedimenti. Le "norme in tema di energia non sono state discusse in commissione in quanti inammissibili", ha ricordato Fini, e hanno sollevato "delicati profili di problematicità" vista che la "stessa materia è nell’articolo 32 del collegato energia approvato dalle Camere ma non ancora in vigore". Dunque, la "sede dell’attuale disegno di legge non appare idonea" ad affrontare la questione. Quanto agli studi di settore, ha ricordato, la richiesta di proroga dei termini "ha carattere sostanziale".

Fini invita a una riflessione "Non potremo sottrarci da una riflessione sul procedimento di conversione dei decreti legge, sulla loro emendabilità e sui maxi-emendamenti su cui poi si pone al fiducia", ha spiegato Fini puntualizzando che "l’obiettivo deve essere quello di regolamentare la materia così da raggiungere un corretto svolgimento del rapporto tra governo e Parlamento". " Il binomio tra maxi-emendamenti e fiducia, ormai diventato prassi, accentua elementi di di difficoltà nel rapporto tra maggioranza e opposizione, governo e Parlamento" e "creano tensione nella dinamica parlamentare". Fini ha sottolineato la necessità "per il futuro" di una "riflessione sulla prassi di conversione dei decreti legge" e sull’utilizzo di maxi-emendamenti e fiducia "per garantire" un più corretto rapporto tra governo e parlamento.

Le valutazioni di Tremonti Il maxiemendamento al dl anticrisi presentato dal governo è "nella sostanza quello base della commissione": le variabili "sostanziali" sono "per riduzione ed esclusione" e riguardano la stretta sulle banche, i giochi e la Corte dei Conti. Dopo aver elencato "nove varianti di carattere tecnico e lessicale", il ministro Tremonti ha spiegato le varianti sostanziali. Sulle banche, ovvero all’articolo 2 in materia di rapporti con le istituzioni finanziarie, riguardano "norme che il governo ritiene opportuno togliere perchè in contrasto con gli standard internazionali e normativa Ue". Sul piano politico, puntualizza comunque Tremonti, è chiara "la scelta di operare in una logica di avviso comune per una forte moratoria" per quanto riguarda il credito concesso dalle banche alle imprese. Quanto alle valutazioni rese note dal presidente Fini, che hanno portato allo stralcio delle norme su energia e studi di settore, Tremonti spiega che il governo "prende atto della forma e della sostanza, condividendo le ragioni".

Cosa cambia nel decreto Il governo sta ultimando la messa a punto del maxiemendamento sul decreto legge anticrisi: al centro dell’attenzione la stretta sulle banche, introdotta nel corso dell’esame delle commissioni parlamentari. L’esecutivo sarebbe orientato a tornare al testo originario del decreto legge su questo punto, ma il tema è oggetto di riflessione. Molto dipenderà anche dall’atteggiamento della presidenza della Camera: Fini ha infatti nei giorni scorsi sottolineato l’importanza, in caso di presentazione di un maxiemendamento, di tenere conto del lavoro svolto dai deputati. E dunque non è escluso che alla fine l’ulteriore stop introdotto durante l’esame del decreto resti e che alcune correzioni di rotta vengano fatte nel corso dell’iter al Senato o con un altro provvedimento.

Il maxiemendamento al quale sta lavorando il governo comunque conterrebbe anche alcune micromodifiche: tra queste la proroga per la pubblicazione degli studi di settore e un intervento legato al settore dell’energia.

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