Il Dna: non sono i resti di Baldoni

da Roma

I resti di Enzo Baldoni, il pubblicitario e giornalista assassinato il 26 agosto 2004 in Irak, non sono stati ancora individuati. Lo si è appreso ieri a Roma da fonti del Racis (Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) che sta conducendo gli esami del Dna sui resti umani portati in Italia nei giorni scorsi da Maurizio Scelli, commissario straordinario della Croce rossa italiana. Scelli ha portato con sé da Bagdad anche resti che, sempre stando alle analisi, sono quelli di Salvatore Santoro, l’altro italiano ucciso in Irak il 16 dicembre scorso. Il Dna di Santoro, 52 anni, è risultato compatibile con quello della sorella.
Il risultato del test eseguito per Baldoni, secondo indiscrezioni, era già noto dall’altro ieri, ma era rimasto non confermato a causa di ulteriori riscontri che sono stati effettuati su altri resti giunti all’attenzione degli investigatori nelle ultime ore.
«I resti sono in condizioni tali che devono essere trattati in un certo modo, considerando anche la grande responsabilità che comporta il rispetto per le famiglie», aveva detto Scelli dopo avere consegnato campioni di materiale biologico al Racis, occupato a esaminare anche brandelli umani arrivati in precedenza dall’Irak, sempre per il tramite della Cri.
«Pensavamo di essere riusciti a farla finita, e invece pare di no...»: sono le prime parole di Antonio Baldoni, il padre, alla notizia del risultato del test del Dna. Il genitore ha detto di «essere molto rammaricato» e ha aggiunto: «Proseguiremo comunque la battaglia per riavere il corpo di nostro figlio. Già domani mattina sentiremo e ci rimetteremo in moto».
Nessun commento da parte della moglie di Enzo Baldoni, Giuseppina Bonsignore. «Non ho nulla da dire e nulla da commentare», si è limitata ad affermare con voce bassa la vedova, raggiunta telefonicamente nella sua abitazione di Milano.
Enzo Baldoni era stato rapito al ritorno da Najaf. Per i quattro giorni successivi nessuna notizia si era avuta sulla sorte del giornalista free-lance che lavorava per il settimanale Diario. Poi, Baldoni era apparso, vivo e apparentemente in buona salute, in un video trasmesso dalla tv Al Jazeera.

C’era anche un ultimatum di 48 ore: l’Italia lasci l’Irak o l’ostaggio morirà. Due giorni dopo, erano appena passate le 23 del 26 agosto, a ultimatum scaduto, l’esecuzione, ripresa ancora una volta in un video inviato alla tv satellitare del Qatar.

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