Dolceacqua, guerra ai cavalli: «spariscono» tre purosangue

Dolceacqua, guerra ai cavalli:  «spariscono» tre purosangue

Altro che dire «vita da cani» per significare un’esistenza particolarmente grama, in mezzo a mille difficoltà: d’ora in poi sarà forse il caso di dire «vita da cavalli». Almeno a Dolceacqua, dove i quadrupedi pare che se la passino davvero male.
Tre di loro, custoditi nell’agriturismo Terre Bianche, sono spariti nottetempo, senza lasciare traccia, con tutta probabilità - si è subito detto in paese - rubati da ladri esperti. Che hanno concentrato l’attenzione su esemplari bellissimi, dentatura perfetta, muscolatura possente, intelligenza pronta e carattere docile.
I malviventi - è sempre radio-Dolceacqua che riferisce - hanno forzato la porta della stalla, e, già che c’erano, hanno pensato bene di portarsi via i purosangue con tanto di selle e finimenti (mica bruscolini: a momenti, costano più quelli dei cavalli!).
Inutili, fino a questo momento, le ricerche, per quanto estese alle vaste praterie della provincia. Si può solo sperare - si consolano gli animalisti - che, proprio per la competenza manifestata dai ladri, i quadrupedi non siano già finiti in macelleria, magari oltreconfine dove il filetto equino è considerato una prelibatezza da buongustai e un concentrato di energia molto indicato per gli anemici.
Ma i dubbi restano. Ad esempio, non risulta pervenuta nemmeno una richiesta di riscatto, che, nel caso specifico, si può ipotizzare ragionevolmente di parecchie migliaia di euro.
«Quello che ha fatto male, soprattutto - confessa intanto il padrone, Paolo Rondelli, titolare dell’azienda agrituristica situata in località Arcagna, sopra il borgo noto per il castello dei Doria e il vino pregiato - è la perdita sul piano affettivo. I cavalli, per noi, sono amici cui vogliamo tanto bene. Ci mancano».
Chissà se queste parole «fischieranno» alle orecchie del sindaco di Dolceacqua, Gianni Rebaudo, che ha appena deciso di impedire il transito dei cavalli in paese. «Qui l’amicizia, l’affetto nei confronti degli animali non c’entrano per niente - si difende lui, di fronte alle rimostranze di buona parte degli abitanti -. C’entra, invece, la pulizia che, se lasciamo passare impunemente i cavalli nelle strade, viene seriamente compromessa».
Una soluzione ci sarebbe, suggerisce il sindaco che non vuol passare da cuore di pietra: fare «alla romana», cioè, come hanno fatto all’ombra del Cupolone. Che vuol dire corredare i cavalli con delle capienti borse raccoglitrici, sistemate dietro la coda.
Le borse sarebbero già pronte, ma intanto sono spariti i cavalli.


E così qualcuno sussurra che i ladri, il furto, non ci siano mai stati, che sia tutta una messinscena: sarebbero stati loro, i purosangue, a darsi alla macchia. Per non essere costretti, di fronte a tutti, ad andare in giro con quel po’ po’ di mutande.

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