Dolci La Mattei, i Pandolfini e la leggenda dei cantucci di Prato

Passi davanti a via Ricasoli 22 a Prato e pensi alla solita trovata di marketing che nasconde, dietro a caratteri dal sapore antico, botteghe fondate l’anno prima. Ma la «Antonio Mattei, fabbrica di cantucci, biscotti e mantovane», antoniomattei.it, è stata tirata su 150 anni fa, da un uomo che ha costruito sui biscotti alle mandorle di Prato un impero di bontà. Non si contano i palati sedotti da cantucci o cantuccini, vocaboli nei decenni purtroppo sviliti dalle versioni industriali che hanno disperso l’anima autentica delle origini. Ma la terza generazione dei Pandolfini, famiglia al timone del biscottificio da inizio Novecento, oggi fa le cose come allora.

Per credere, testare la fragranza di quella sinfonia quadripartita, ottenuta sezionando a fette filoncini di pasta ancora caldi: farina, zucchero, mandorle e pinoli, con le mandorle non tostate né spellate e nessun lievito «per l’amor di Dio». Da completare il diletto col classico Vinsanto. Se poi questo fosse il leggendario Occhio di Pernice 1996 degli Avignonesi...

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