"La giustizia può far male. Ok alle carriere separate".

L'ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti: "La mia vicenda non è isolata. Centinaia di amministratori colpiti ingiustamente"

"La giustizia può far male. Ok alle carriere separate".

Simone Uggetti, 52 anni, dirigente di azienda, ex sindaco Pd di Lodi. Anche ex detenuto. Lo arrestarono il 3 maggio del 2016. Era sindaco da tre anni e godeva di molto consenso. Lo accusarono semplicemente di avere favorito una società (in gran parte del Comune) nell'assegnazione della gestione di due piscine comunali. Prigione, domiciliari, gogna, sette anni di sofferenze: poi l'assoluzione piena. Dice la sentenza: ha scelto quella società perché era la soluzione migliore per il Comune e per i cittadini. Ora Uggetti ha scritto un libro sulla sua vicenda. Si intitola "Storia di un Sindaco - da San Vittore all'assoluzione"

Perché ha deciso di scrivere un libro?

"È un atto di testimonianza civile e politica. La mia vicenda non è un caso isolato. Ci sono stati in questi anni centinaia di amministratori colpiti ingiustamente dalla giustizia. Loro hanno avuto la vita rovinata e il corso della democrazia è stato deviato".

Lei ne è uscito del tutto riabilitato.

"Io sono stato fortunato in questa vicenda giudiziaria. Perché non basta essere innocenti, ci vuole anche un tribunale che lo certifichi. Io lo ho trovato. Poi devi trovare la forza e la capacità per ricostruirti una vita. Non è facile".

Cosa pensa della giustizia?

"La giustizia è una cosa essenziale in una comunità. Però dobbiamo sapere che se non è amministrata con cautela e precauzione può distruggere la vita delle persone".

Come si ricostruisce una vita?

"Balli sul filo sottile tra farcela e non farcela. Io ho abbandonato la mia vita precedente e sono riuscito a diventare amministratore di un'azienda che funziona".

È stata dura?

"Ho vissuto diversi mesi che mi alzavo la mattina e vedevo il nero. Tutto nero".

Che vuol dire vedere nero?

"Tu hai la tua vita professionale, bella, ti piace, io ero un sindaco, avevo fatto l'assessore. Mi piaceva tantissimo. Da un giorno all'altro finisce tutto. Sei niente".

Come è stata la sua esperienza in carcere?

"Io sono un turista del carcere. Fortunato. Solo 10 giorni. Poi 25 ai domiciliari".

Quella mattina quando sono venuti a prenderla?

"Ho sentito suonare alla porta. Era un tenente colonnello che conoscevo. Entrano in quattro o cinque. Io pensavo di dover firmare qualcosa. Qualche ordinanza. Iniziano a parlare, la prendono un po' alla larga. Poi mi dicono che mi arrestano. Non capivo perché. Li ho pensato: è finita la mia vita".

Perché un Pm e una Gip hanno deciso di arrestarla?

"Me lo sono chiesto. Credo che sia stato un momento di grande incompetenza. Non c'era nessuno dei motivi previsti dalla legge per arrestarmi".

Lei è favorevole alla separazione delle carriere dei magistrati?

"Aspettavo la domanda. Ci sono giuristi autorevoli che sono contrari, altri sono a favore. Io penso che la separazione abbia un senso solo se va insieme ad una riforma che stabilisce la responsabilità dei giudici e a una riforma che abolisce l'obbligatorietà dell'azione penale. E poi c'è il problema della spettacolarità giudiziaria".

Cioè?

"Io ho la sensazione che alcune figure di magistrati vengano promosse non se fanno bene ma se appaiono. Non vengono giudicate per il loro lavoro ma per la loro celebrità. Non gli vengono imposte delle responsabilità. Questo rovina la magistratura".

Non sia diplomatico? È favorevole o no alla separazione?

"Io non sono contrario alla separazione. Così però mi sembra una riforma un po' monca".

C'è una parte maggioritaria della sinistra che è contro

"Questo dipende dal clima politico".

Carcerazione preventiva: cosa ne pensa?

"La carcerazione preventiva è da usare in casi eccezionali. A volte vedo che c'è una spettacolarizzazione anche di questo strumento. Io mi sono preso la gogna sulle prime pagine dei giornali perché ero in carcere. Se avessi ricevuto solo un avviso di garanzia non sarebbe successo".

Dice Palamara che quando un Pm, un Gip e un giornalista sono d'accordo

"Quando quei tre si mettono insieme sei finito. Finora nessuno è riuscito a fermarli".

Come si comportò la stampa con lei?

"(Ride ride) Mi massacrarono".

Il suo partito come si comportò?

"Mi vennero a visitare alcuni parlamentari e alcuni consiglieri regionali del Pd".

Anche qui è un po' diplomatico.

"I partiti sono fatti di persone. Alcune furono molto vicine, alcune un po' vicine, alcune non vicine".

Si aspettava di più?

"Si. Poi ebbi la sfortuna che il mio arresto avvenne pochi giorni prima delle elezioni. Questo allontanò molti".

Lei si è pentito di avere fatto il sindaco?

"No. Non ci si pente di fare il padre e il sindaco. Fare il sindaco è il mestiere più bello del mondo".

Dopo quello che è successo, lo rifarebbe?

"Io lo rifarei se i cittadini mi votassero".

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