Tutti allattacco di Mitt Romney. Finalmente. Allultimo dibattito in New Hampshire prima del voto di martedì, il secondo in poche ore, lex governatore se dovuto difendere dalle accuse di tutti i suoi concorrenti alla nomination repubblicana. E a tratti sono anche riusciti a scalfire la sua calma olimpica. Ma è ragionevole pensare che sia troppo tardi: i sondaggi danno Romney oltre il 40% nello «Stato di granito». Prima Newt Gingrich, poi a lungo Rick Santorum e Ron Paul, tutti assieme si sono impegnati a fondo per mostrare i suoi punti deboli. Per Santorum, lAmerica ha bisogno di «un nuovo Reagan, non di un altro Kennedy». E lui sè difeso: «Io non sono un politicante come tanti. Voglio andare a Washington per dare il mio contributo. Ma la mia carriera non è la politica. Sono un uomo daffari di successo, e la mia passione è la mia famiglia». Sul tema dei gay, ha mostrato quanto sia difficile, per lui moderato, non deludere lelettorato più tradizionalista. Anche sulla riforma sanitaria «Obamacare», non troppo lontana dalla sua riforma del Massachusetts, Romney è stato costretto a concedere qualcosa alla destra estrema, incappando in qualche bugia di troppo: «Se sarò eletto abolirò questa riforma. Così risparmieremo 95 miliardi di dollari».
Subito lorganizzazione bipartisan Politifactorg, che verifica la veridicità dei numeri citati dai candidati, ha fatto sapere che questa cifra è spropositata. Rimane infine da vedere come finirà la scommessa di Jon Huntsman, il candidato che aveva snobbato lIowa: sembra fermo al 10 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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