Un salto indietro di 150 anni per celebrare in un cortile di un oratorio Don Bosco, il sacerdote che ha consumato la sua esistenza al servizio dei giovani e della loro educazione. È questo il filo conduttore del «Don Bosco. Il Musical» che debutta in anteprima al Politeama Genovese sabato prossimo, alle 16 e alle 20.30. Parte quindi da Genova il nuovo lavoro del regista Piero Castellacci sulla vita del Santo, che celebra i centocinquanta anni della fondazione dell'ordine dei Salesiani. A vestire i panni di Don Bosco è Marcello Cirillo, che insieme a 18 ballerini e cantanti, interpreta la storia del sacerdote che scelse di vivere accanto ai giovani, per costruire con loro un futuro di speranza. Il musical - scritto da Renato Biagioli e Piero Castellacci -, racconta così delle difficoltà legate alla nascita dei primi oratori, ma anche i grandi successi ottenuti con la fondazione delle prime missioni. Particolarmente soddisfatto per l'opera - che ha come enti promotori la Regione Liguria e la Provincia di Genova - è il direttore del Don Bosco di Sampierdarena don Remo Ricci, che invita ragazzi, genitori e insegnanti ad andare a teatro «per comprendere meglio l'importanza del modello educativo del Santo». «Il musical festeggia - aggiunge don Remo - non soltanto i 150 anni della grande famiglia salesiana, ma anche i 125 anni della nostra parrocchia: San Gaetano e don Bosco in Sampierdarena. È la prima parrocchia salesiana fondata nel mondo, direttamente dal prete. Quest'anno ricorre poi l'anno sacerdotale e don Bosco è i tra i modelli sacerdotali più importanti». Don Remo coglie poi l'occasione per spiegare l'importanza svolta dall'attività educativa del Don Bosco in via Rolando; smentendo categoricamente quanti credono che è dai luoghi di aggregazione che nascono le baby-gang. «Diciamo subito che a Sampierdarena ci sono tantissimi giovani - chiarisce -, ciò che a noi interessa, è metterci al servizio di questi giovani, senza distinzione alcuna. Sbagliato pensare però che l'oratorio sia semplicemente uno spazio aggregativo libero e aperto a tutti. Il nostro compito, pur essendo prevalentemente formativo, vincola chi entra da noi, ad una motivazione educativa. Bisogna dunque accettare le nostre regole comunitarie, altrimenti non va bene. Noi cerchiamo di seguire i ragazzi anche in famiglia, scuola e lavoro.
Monitoriamo così la situazione, cercando di bonificare l'ambiente. E i risultati si vedono. La situazione è sensibilmente migliorata, grazie anche all'aiuto delle istituzioni, delle parrocchie e delle associazioni che operano nel sociale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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