Il don irascibile che semina zizzania

È stato lui a dare il «la» alle indagini che hanno portato all’arresto di don Ruggero Conti, e già l’anno prima lui stesso aveva scritto al vescovo per metterlo a parte di quelle che lui riteneva attenzioni non lecite nei confronti di ragazzi e ragazze che frequentavano la parrocchia. Don Claudio Peno Brichetto che si è fatto intervistare di spalle da Studio Aperto) è un giovane prete piemontese, ordinato all’inizio del nuovo millennio dopo aver frequentato il seminario San Carlo di Lugano, nella Svizzera italiana. È stato il vice di don Ruggero Conti dal 2005 fino al 2006, quando proprio il titolare della parrocchia di Selva Candida lo allontanò. Sembrava la fine di un rapporto mai stato idilliaco, che molti parrocchiani attribuivano a una certa «invidia» del giovane prete nei confronti di don Ruggero, visto che quest’ultimo era amato e lui, invece, non si sarebbe inserito bene. Di certo don Claudio non nascondeva critiche e accuse al titolare della parrocchia, tanto da decidersi, una volta archiviata la denuncia al vescovo, ad andare da una onlus di Reggio Emilia a raccontare di aver assistito a sospetti abusi, e quelle dichiarazioni poi ripetute ai carabinieri hanno alla fine portato don Ruggero dietro le spalle. Tra i sostenitori del parroco accusato di pedofilia, tanti puntano il dito contro don Claudio sostenendo che avrebbe «seminato zizzania», e cercato di «sollevare» alcuni parrocchiani contro don Ruggero, e ricordano che in passato aveva già presentato esposti e denunce contro altri parroci, non risparmiando accuse anche al tempo del seminario verso i colleghi.

Altri ricordano che a Selva Candida parlava apertamente male del suo «superiore», ironizzando tra l’altro sulla sua scarsa forma fisica, e mostrando una malcelata antipatia verso il prete. Ora salta fuori anche che avrebbe offerto denaro a qualcuno per bruciare l’auto di don Ruggero.

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