Donato Carrisi, classe 1973 è pugliese di Martina Franca (Taranto), laureato in Giurisprudenza a Bari e ora domiciliato a Roma. Lavora da un decennio come sceneggiatore, soprattutto per la televisione (ha scritto, tra gli altri, i film Nassirya e Squadra antimafia) e ha esordito quest’anno nel mondo dei romanzi con un thriller, Il suggeritore (Longanesi), presentato al pubblico attraverso una potente campagna di marketing, premiato dalle vendite e vincitore del premio «Bancarella», attribuito ogni anno a Pontremoli (La Spezia) da una potente associazione di librai soprattutto sulla base dei soddisfacenti risultati commerciali. Si tratta di una storia costruita con molta cura e con un sistema a scatole cinesi che la rende ricca di colpi di scena.
«Fino a pochi mesi fa - spiega - ero a completo digiuno di cose di editoria e adesso eccomi qui, già alle prese con l’opera seconda. L’idea di scrivere un libro è venuta dopo anni di pratica in altri campi di scrittura, dalle sceneggiature alle canzoni, dal grande schermo al teatro».
«Il suggeritore» è il racconto di un’indagine, o meglio della caccia a un assassino astuto, con un linguaggio preciso e scorrevole e una sequenza di sorprese. Un thriller all’americana, insomma...
«Sì, infatti non è neppure ambientato in Italia, ma tra Nord Europa e America. L’ho fatto per uscire dalle possibili trappole o tentazioni del neorealismo, o dalla caduta nel provincialismo».
Come ha deciso di scrivere un libro?
«Mi ero preso un anno di tempo per lavorare a questa storia, che mi appassionava molto. Ho cominciato con una documentazione e una ricerca minuziose, poi ho costruito la trama e le caratteristiche dei personaggi e infine ho messo mano alla stesura. Prima ancora che fosse finito ho mandato lo scritto, incompleto, a un agente editoriale, Luigi Bernabò, e lui mi ha risposto in un tempo brevissimo, due ore. Venti giorni dopo è partita un’asta, e Stefano Mauri (presidente e amministratore delegato del Gruppo editoriale Mauri Spagnol, ndr) che l’ha vinta e ha deciso di pubblicare il romanzo, si è impegnato per un investimento e un lancio particolari. Poco tempo dopo avevano già ceduto i diritti per l’edizione spagnola».
Il libro ha venduto molto. E adesso?
«Non farò un seguito o, come si dice, un sequel. Almeno, non subito. Il primo libro dipende da se stessi, il secondo dall’opinione di chi ha letto il primo.
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