da Roma
È un clima amichevole e quasi rilassato quello in cui si è svolta ieri mattina la seconda udienza ufficiale concessa da Ratzinger a Berlusconi in qualità di capo del governo. Il premier, accompagnato da Gianni Letta, è arrivato in anticipo nel palazzo apostolico e ha dovuto fare qualche minuto danticamera. Benedetto XVI non ha atteso i suoi ospiti sulla porta della biblioteca, ma è andato loro incontro. Sia il Cavaliere sia Letta si sono inchinati per il baciamano. Vedendo comparire linfluente sottosegretario, il Papa ha esclamato: «Saluto un vecchio amico... giovane, ma vecchio amico».
Mentre i flash immortalano la stretta di mano al momento dellincontro, nella sala del tronetto, che fa da anticamera alla biblioteca, il Cavaliere ha scherzato sulla capacità dei fotografi a «piazzare» i loro scatti: «Sono più bravi a piazzare le foto che a farle». Il Papa sorride, poi fa accomodare i suoi ospiti nella biblioteca, attorno alla scrivania. Prima di iniziare il colloquio, Ratzinger chiede al premier della mamma, Rosa, scomparsa alcuni mesi fa, che aveva conosciuto nel corso di unudienza. «Era molto devota, aveva una fede straordinaria, recitava ogni giorno il rosario ricorda il presidente del Consiglio svolgeva unattività molto intensa, andava a visitare delle suorine e portava loro molti doni...». Le porte si chiudono, il Papa i suoi due ospiti rimangono da soli, a discutere.
Lagenda è confermata dal comunicato della Sala Stampa vaticana: «Sono stati affrontati temi che riguardano la situazione italiana e il contributo della Chiesa cattolica alla vita del Paese e sui quali il Santo Padre si è di recente soffermato nel suo discorso allassemblea plenaria» della Cei. In quel discorso, incentrato sull«emergenza educativa», Ratzinger chiedeva alle istituzioni italiane un sostegno per le scuole cattoliche e aiuti concreti alla famiglia. Più esplicita, nel sottolineare la piena sintonia, è la nota diffusa da Palazzo Chigi: «Il presidente Berlusconi ha confermato al Santo Padre la priorità attribuita dal governo italiano, nella sua azione sul piano interno e internazionale, ai valori di libertà e tolleranza e alla sacralità della persona umana e della famiglia». Per quanto riguarda lo scenario mondiale, il comunicato vaticano fa notare come si sia parlato della situazione in Medio Oriente e delle «prospettive di sviluppo spirituale, etico e sociale del continente europeo. Le due parti hanno ribadito la volontà di continuare la costruttiva collaborazione a livello bilaterale e nel contesto della comunità internazionale».
Dopo mezzora abbondante, il segretario del Pontefice, Georg Gänswein, si affaccia, con la consueta discrezione. Ludienza è finita. Viene introdotto il seguito del premier per le presentazioni. Vedendo il sottosegretario Paolo Bonaiuti, Benedetto XVI lo riconosce ed esclama: «Ah, in realtà io la vedo sempre in televisione». Il capo del cerimoniale di palazzo Chigi, Eugenio Ficorilli, si presenta al baciamano con il primo bottone della giacca slacciato. Berlusconi non riesce a trattenersi, provvede a chiuderglielo e come per spiegare il suo gesto si rivolge al Papa esclama sorridendo: «Non ha ancora imparato ad allacciarsi i bottoni... Guardi che cosa deve fare il presidente del Consiglio». Ratzinger ascolta e sorride.
Arriva il momento dello scambio dei doni. Berlusconi ha fatto realizzare una croce pettorale doro tempestata di topazi e diamanti, contenente varie simbologie: il numero delle gemme è uguale a quello degli apostoli, i topazi sono pietre «ritenute da Clemente V portatrici di salute e guarigione». «È un modello unico, che abbiamo fatto pensando a lei», dice il Cavaliere. Poi estrae dalla busta un foglio con la dettagliata spiegazione del gioiello: «Quando ha un minuto, qui potrà leggere tutto, ogni cosa ha una sua significanza...».
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