da Colombo
Sarebbe stata una donna kamikaze che, fingendo di essere incinta per nascondere l'esplosivo, si è fatta esplodere a Colombo, provocando la morte di almeno 10 persone e il ferimento di un'altra trentina, tra le quali il comandante delle forze armate dello Sri Lanka obiettivo dell'attentato. L'attentato è avvenuto nel quartier generale dell'esercito: il comandante, generale Sarath Fonseka, è rimasto gravemente ferito ed è in pericolo di vita.
L'esercito ha subito attribuito la responsabilità dell'attentato al gruppo separatista delle Tigri dell'Elam Tamil ma finora nessuna rivendicazione è arrivata da parte di questi ultimi. Tre ore dopo l'attentato l'esercito dello Sri Lanka ha sferrato un attacco aereo nella zona nord del Paese controllata dalle Tigri Tamil e vi sono stati anche degli attacchi condotti da unità navali, soprattutto nel distretto di Trincomalee.
La situazione nello Sri Lanka diventa dunque sempre più incandescente. L'attentato di ieri è avvenuto proprio mentre il mediatore di pace norvegese cercava di convincere i ribelli Tamil a riprendere i colloqui di pace in Svizzera, sospesi al momento a tempo indefinito. Nelle ultime tre settimane sono oltre 100 le persone ad aver perso la vita in una preoccupante escalation di violenza. Solo lunedì sei persone erano rimaste uccise in tre diversi episodi in varie parti del Paese.
Domenica sei contadini (tra cui due ragazzi di 16 e 17 anni) erano stati uccisi da un presunto gruppo appartenente alle Tigri Tamil nella zona nord orientale dellisola, dove nelle ultime settimane diversi sono stati gli attentati e gli scontri tra l'esercito e i ribelli Tamil.
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