Le donne pesano non solo sulla bilancia

Le donne pesano non solo sulla bilancia

Fabrizio Graffione

Per sapere se la moglie è una strega, basta farla pesare, il 6 marzo dalle 19 alle 20,30, dagli esperti della cittadina di Oudewater, la Triora olandese. Come avveniva nel XVI secolo quando le donne del paese dei fiori venivano messe sulla bilancia nella piazza principale. La convinzione generale era che, se il rapporto peso altezza era troppo alto, le poverette non avrebbero potuto volare sulla scopa. Quindi le grassone erano salve, mentre quelle magre andavano al rogo. La bilancia ne salvò moltissime anche perché, precedentemente, le donne sospettate di stregoneria, venivano chiuse in un sacco e gettate a mare. Ancora, quelle che galleggiavano si salvavano, ma erano dichiarate streghe e facevano una brutta fine. Quelle pesanti come macigni andavano a fondo. Morivano annegate, ma almeno la loro reputazione era salva.
Da questa storiella olandese la psicologa Gianna Schelotto ha preso lo spunto per organizzare la «pesa» delle donne all'antivigilia dell'8 marzo. Le genovesi che saranno portate alla pesa pubblica su una grossa bilancia in legno con piombi originali dell'epoca, saranno ricompensate con un «ufficiale» certificato di assoluzione firmato dal capomastro e «ministro della pesa pubblica» della cittadina di Oudewater con tanto di sigillo di garanzia. Il documento attesta il numero delle libbre che sono in accordo con le proporzioni naturali del corpo. Per chi non supera la prova della bilancia niente premio. Insomma, ci si guadagna in bellezza, ma con il sospetto di essere potenzialmente delle streghe che volano sulla scopa come le protagoniste del film Harry Potter.
Grazie all'aiuto del circolo «I Buonavoglia» di cui è presidente onorario, Schelotto ha realizzato anche un dibattito teatrale che sarà moderato al Teatro della Corte da Catherine Spaak. Lo spettacolo, cui partecipano nomi del calibro di Alessandro Haber, Orietta Notari, Paola Pitagora, Arianna Comes, Milena Fantoni, Giovanna Rosi, prevede letture tratte dagli atti dei processi di Triora e da testi di Germaine Greer, Clarissa Pinkola Estes, Celia Rees, Gianna Schelotto. Alle 21,15 segue il dibattito, stavolta si fa sul serio, con Margherita Bozzano, Romolo Rossi, Margherita Rubino, Edoardo Sanguineti, Chiara Saraceno.
Si discute sul peso delle donne nella società moderna. Dalla politica alle relazioni sociali, ai posti di responsabilità, alle difficili coniugazioni fra casa e lavoro.
«Oggi siamo ancora indietro in Italia - spiega Gianna Schelotto - rispetto a molti altri paesi europei di natura anglosassone dove la donna è effettivamente emancipata e riesce, anche grazie a un buon funzionamento dei servizi, soprattutto quelli assistenziali, a essere libera di affermarsi nel proprio settore. Ci vorranno altri cento anni prima che da noi cambi la società. Purtroppo spesso le donne suppliscono alle carenze offerte da scuole, asili nido, assistenza agli anziani, disorganizzazione generale. Insomma, è una donna dedicata alla famiglia che si divide con il lavoro e quindi non ha materialmente il tempo di pensare troppo alle ambizioni personali. Non c'è più la caccia alle streghe, naturalmente, ma oggi la donna si brucia da sola. Il loro peso, quello nella società, non è ancora al pari di quello degli uomini. Mentre il peso della società su di loro è enorme e spesso vengono schiacciate».
Un altro spunto, a poche settimane dalle elezioni, è quello delle donne in politica, considerato anche che la psicologa genovese è stata deputato per il centrosinistra.
«Le donne in Italia rappresentano il 51 per cento degli elettori. Soltanto l'undici per cento viene eletta in Parlamento. Ci si deve quindi interrogare su questa disuguaglianza numerica. In parte la causa è la presenza di politici maschilisti, sia a destra, sia a sinistra, anche se dalla mia parte ne ho notati di meno.

Capita, infatti, che il maschilismo sia trasversale e abbracci entrambi gli schieramenti. In parte è, appunto, la mancanza di tempo, per i fattori casa lavoro disorganizzazione dei servizi, che pregiudica alle donne di impegnarsi anche in politica e raggiungere dei risultati».

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