Tra doping e influenza è la Caporetto dei corridori italiani

Pau Una Caporetto. Una disfatta totale, prima ancora di partire, prima ancora di arrivare, prima di affrontare per la prima volta il Tourmalet, che i corridori torneranno ad affrontare domani, dopo la giornata di riposo di oggi.
Una Caporetto per il ciclismo italiano, che si risveglia di primo mattino con Ivan Basso febbricitante per una tracheobronchite. Il varesino decide di partire lo stesso: «A me non piacciono i ritiri, men che meno al Tour», dice al dottor Emilio Magni, che preferirebbe vederlo a letto. Invece parte lo stesso il vincitore del Giro, imbottito di antibiotici, in sella alla sua bicicletta. Finisce la gara, con gli occhi gonfi e il volto stravolto per la fatica: 111° a 34’48” dal vincitore di giornata Fedrigo. Dopo sei ore e 5 minuti di infinita agonia.
Una disfatta tutta italiana, con Petacchi raggiunto da un avviso di garanzia, per «utilizzo di sostanze e pratiche vietate» nell’ambito dell’inchiesta padovana condotta dal pm Benedetto Roberti. Vincitore delle tappe di Bruxelles e Reims, Ale-jet è accusato di aver assunto albumina umana e Pfc. Ora il suo dossier è sul tavolo della Procura del Coni. Il 28 luglio il corridore spezzino, che ieri ha perso anche la maglia verde tornata sulle spalle di Thor Hushovd, sarà ascoltato dal pm Roberti, come persona informata dei fatti.
«Io non so più di quello che ho letto questa mattina (ieri, ndr) sui giornali ­ dice Petacchi -. Posso solo dire che mercoledì prossimo avrò un incontro con il pm: vuole dei chiarimenti da me. Non so però cosa voglia chiedermi».
Gli si domanda: l’avviso di garanzia le è stato recapitato prima del Tour oppure il 12 luglio come ha precisato in una nota il suo avvocato? «Io non ho firmato niente prima di partire. Penso che un avviso di garanzia devi firmarlo. Se è arrivato il 12 l’avrà ritirato qualcuno per me. Non mi è stato detto niente, probabilmente per lasciarmi tranquillo a questo Tour. Se ora è arrivata questa convocazione andrò appena torno dal Tour».
Chiarirà dunque tutto col pm incaricato dell’inchiesta appena sarà conclusa la Grande Boucle, ma l’amarezza resta, perché quello in cui ripiomba ora è un altro incubo: Petacchi ha già scontato un anno di stop per la positività al salbutamolo (sotto accusa le dosi massicce di Ventolin, lo spray per asmatici) riscontrata nella frazione del 23 maggio 2007. Una squalifica arrivata dal Tas di Losanna dopo che la Disciplinare della federciclo lo aveva assolto con formula piena perché il farmaco era stato usato a fini terapeutici.
Le domande si sprecano, Petacchi prima di partire ha a che fare con il suo personalissimo Tourmalet. Gli chiedono: all’inizio di aprile lei ha anche subito una perquisizione nella sua abitazione: c’entra qualcosa con questa inchiesta?
«Penso proprio di no (allora fu perquisito anche il compagno di squadra Bernucci, che è sospeso; ndr). Penso che non sarei nemmeno qui al Tour se fosse stato trovato qualcosa a casa mia».
Per il resto, il tappone pirenaico di ieri ha regalato emozioni solo per la prima ora di corsa e poi si è trasformato in una imbarazzante e stucchevole frazione di trasferimento. Sul Peyresourde, praticamente al km zero, scoppia subito la bagarre con Armstrong all'attacco, insieme ad altri attaccanti tra i quali Sastre e Cunego, poi Vandenbroeck che fa fuoco e fiamme. Emozioni sul Peyresourde e sull'Aspin, poi lo stabilizzarsi della situazione e la noia scende sulla corsa. Nove corridori davanti (Armstrong, Horner, Moreaus, Plaza, Barredo, Vadewalle, Cunego, Fedrigo e Casar), poi il gruppo a otto-nove minuti ed il gruppetto (con Basso, Petacchi ed Evans) ancora più indietro.
Unica emozione, l'attacco di Barredo a 45 chilometri dalla conclusione, con lo spagnolo ripreso dai compagni di fuga ad un chilometro dal traguardo prima di una volata senza storia che ha visto il successo di Fedrigo con Cunego quarto e Armstrong sesto.
Contador scruta il cielo e aspetta il Tourmalet, dove spera domani di scrollarsi di dosso tutto: polemiche, invidie, pregiudizi e avversari: soprattutto Andy Schleck, il piangina lussemburghese che anche ieri non ha mosso dito.


Oggi al Tour si riposa, prima del gran finale, nella speranza che si possa finalmente vedere qualcosa di davvero grande. Si riposa, e per noi italiani, che ieri hanno vissuto la loro personalissima Caporetto, è una bellissima notizia: oggi non ci può succedere assolutamente nulla. Forse.

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