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Doping: giovedì il faccia a faccia tra "Valv-Piti" Valverde e il Coni

Slitta a giovedì l'atteso incontro tra il campione spagnolo Alejandro Valverde e il procuratore del Coni. Il nuovo appuntamento è fissato per le 17, nella sede dello stadio Olimpico. A chiedere e ottenere lo spostamento dell'incontro è il nuovo avvocato italiano di Valverde, quel Federico Cecconi che già vanta nel suo curriculum una lunga serie di dopati alla sbarra. Uno specialista del genere. Al legale italiano viene dunque consentito di approfondire le carte che gli sono arrivate nelle ultime ore dalla Spagna. Giovedì, finalmente, tutti apprenderanno come Valverde intende difendersi da un'accusa che appare schiacciante, quella di essere il titolare delle sacche di sangue all'Epo ritrovate durante la famosa Operacion Puerto, nello studio del medico Eufemiano Fuentes, sotto la sigla "Valv-Piti". La storia è eclatante: sin dall'inizio, tutti conclusero che quel sangue fosse di Valverde, considerando come la sigla risponda all'inizio del suo cognome (Valv) e come il seguito (Piti) corrisponda al nome del suo cane. Per la giustizia spagnola, sportiva e non, il sospetto però non bastò. Sfruttando il fatto che allora, nel 2006, il doping non era ancora reato penale in quel Paese, nessuno se la sentì di affossare il numero uno, astro nascente, del ciclismo iberico. Un vero scandalo internazionale, dato che nel frattempo altre nazioni, come Italia e Germania, facevano la dovuta pulizia affossando fior di campioni (Basso e Ullrich su tutti). Lo scandalo è andato avanti per tre anni: in questo periodo, l'ineffabile Valverde ha continuato a correre e a vincere. Poi, finalmente, qualcuno si è rivelato più astuto di lui: la nostra giustizia sportiva. Dopo aver acquisito per via internazionale campioni del sangue contenuto nella sacca "Valv-Piti", gli inquirenti del Coni hanno teso la loro trappola nel luglio scorso, quando Valverde ha sconfinato sul nostro territorio con la carovana del Tour, tappa piemontese. A quel punto, è scattato un normalissimo controllo antidoping, cosa che ha permesso di acquisire il suo sangue. Un gioco da ragazzi, poi, confrontare il Dna di questo sangue e di quello della sacca "Valv-Piti", per scoprire il segreto di pulcinella: come recita il pesante atto accusatorio, il sangue è lo stesso, ed è inequivocabilmente di Valverde. Ora il fenomeno spagnolo, già designato nuovo Indurtain, è atteso a fornire in Italia le spiegazioni che gli spagnoli - vergognosamente - non gli hanno mai chiesto. Prevedibile una furibonda battaglia sui cavilli e sulle procedure, perchè nella sostanza l'inchiesta sembra già abbastanza chiara. Per Valverde probabilissimo un deferimento e una squalifica di due anni sul suolo italiano. Ma gli atti passeranno poi in sede internazionale, dove l'Uci (federazione internazionale) e il Tas (tribunale sportivo) attendono ansiosi per procedere a loro volta. E chissà che finalmente, con largo ritardo, giustizia non venga finalmente fatta.

Buttando fuori dalle corse, per un bel po', il misterioso (?) "Valv-Piti".

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