Doppia delusione, tanto rumore per nulla La farsa del nudo della castigata Bellucci

Alla fine lo scandalo non c’è stato. Tutti ad aspettare la strombazzatissima scena di sesso bollente tra Monica Bellucci e Louis Garrel nel film Un été brûlant di Philippe Garrel e poi, all’anteprima di ieri sera con qualche fischio e risate involontarie, tutto si è risolto con una sequenza di nudo più casta de La maja desnuda di Francisco Goya

Doppia delusione, tanto rumore per nulla 
La farsa del nudo della castigata Bellucci

Venezia Alla fine lo scandalo non c’è stato. Tanto rumore per nulla verrebbe da dire. Tutti ad aspettare la strombazzatissima scena di sesso bollente tra Monica Bellucci e Louis Garrel nel film Un été brûlant di Philippe Garrel e poi, all’anteprima di ieri sera con qualche fischio e risate involontarie, tutto si è risolto con una sequenza di nudo più casta de La maja desnuda di Francisco Goya. Nelle scorse settimane è stata messa in giro la voce (ad arte per far parlare di un film che alla visione non ha dimostrato altri grandi interessi?) che la nostra Monica Bellucci sarebbe apparsa in un nudo frontale integrale. La Bellucci appare sì come mamma l’ha fatta, morbida e burrosa proprio come la donna ritratta nel famoso quadro spagnolo, ma, grazie allo strategico sollevamento di una gamba, il tutto appare in definitiva molto castigato.
Ancora non sappiamo se la versione che abbiamo visto è quella originale oppure se ci sono stati dei tagli dell’ultima ora. Oggi il film passa in concorso e forse il regista e la protagonista sapranno svelare il mistero. Sempre che di mistero si tratti.
Ciò che è certo, invece, è che in passato Monica Bellucci ci ha abituati a ben altre scene come quando nel 2002 in Irréversible diretta da Gaspar Noé, evidentemente in grande intimità con il marito Vincent Cassel protagonista con lei del film, s’è lasciata filmare in uno stupro e in sequenze di sesso che lasciavano veramente poco all’immaginazione. Proprio come la scena di nudo integrale in L’ultimo capodanno, sfortunato film di Marco Risi del 1998, che ha addirittura alimentato leggende metropolitane per via dell’alto grado di foltezza dei suoi peli pubici, tanto da dover costringere la Bellucci a dichiarare di aver utilizzato un toupè per l’occasione.
Tornando a Un été brûlant, il film racconta una pallida storia d’amore con conseguente crisi (come nelle altre due pellicole di Polanski e Madonna presentate nella stessa giornata alla Mostra) tra un pittore (Louis Garrel) e un’attrice (Monica Bellucci), narrata in flashback a partire dal suicidio del protagonista. «Si tratta di una pellicola - ha dichiarato Monica Bellucci in una recente intervista a Paris Match - sull’arte e sulla difficoltà di amare. L’amore è molto difficile, perché in un certo senso la norma è vivere da soli. Sono sempre stata molto indipendente. In due, diventa complicato.

Al tempo stesso l’amore è vitale, è ciò da cui dipende la nostra felicità. Ma non m’identifico con il mio personaggio: ama ancora come una bambina. Continua a pretendere di essere amata in modo assoluto, e la cosa non può durare».

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