Napoli - Un po' di munnezza raccattata qua e là nelle strade, soprattutto del Centro ma, anche al Vomero e a Posillipo e, così, solo un pezzetto di Napoli, respira un po' meglio. Non è la Napoli dei diseredati per intenderci. In quella dove invece non cambia mai niente, l'eternamente bistrattata periferia, la situazione resta gravissima: Ponticelli, innanzitutto e la zona orientale della città governata da Rosa Russo Iervolino. E poi, Secondigliano, Scampia, Marianella, l'elenco è lungo, come i cumuli di spazzatura. Non solo, finita la pioggia, sono ricominciati i roghi. E il rischio diossina.
Dunque, se una parte di Napoli, come la cosiddetta city e i quartieri benestanti, non ha più negli occhi le montagne di spazzatura e nelle narici il fetore che ne derivava, bisogna ringraziare i militari - netturbini e (ma sono pagati per farlo) i mezzi dell'Asia (Azienda speciale igiene urbana del Comune), che due notti fa, hanno tolto dalle strade duemila tonnellate di rifiuti. Ne restano ancora, compresa la produzione di ieri, circa seimilaquattrocento, da alzare dalle strade di Napoli. Nei prossimi giorni la situazione dovrebbe migliorare o, comunque, non peggiorare ulteriormente perché la munnezza della città di Bassolino e Iervolino, sta finendo nell'impianto ex cdr di Caivano.
Intanto, contro il degrado causato dai rifiuti parte, da Napoli, la prima class action italiana, avviata da un’associazione di commercianti.
In provincia giacciono oltre 50mila tonnellate di rifiuti. Non c’è tregua per la gente dei comuni a nord di Napoli e nell'area vesuviana. Ogni giorno dai sindaci di almeno una cinquantina di comuni, arrivano grida disperate di aiuto.
Il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, dal suo studio, osserva preoccupato le decine di quintali di spazzatura che assediano i palazzi ma, si tratta solo di un «piccola» parte delle millecinquecento tonnellate che si trovano nelle strade della sua città. «Bisogna fare presto, non è più questione di giorni ma di ore. I rifiuti, ormai, non sono più solo una questione di salute ma, anche di ordine pubblico». Chiuse le scuole da dieci giorni, Torre Annunziata si sente derisa per il prelievo di dieci tonnellate eseguito dall'esercito due notti fa. «Ci vuole più tempo per organizzare che per raccoglierli», ci dice ironico il sindaco.
Chi, se la sta di nuovo vedendo brutta, sono anche i vigili del fuoco: in 24 ore, un centinaio di interventi per spegnere i roghi appiccati ai cumuli di rifiuti dalle popolazioni di almeno una quarantina di comuni. Carmine Cristiano (Uil), Enzo Strino (Cisl) e Vincenzo Zazzaro (Cgil), non ce la fanno più a lanciare appelli ai napoletani. «I roghi non eliminano la spazzatura, avvelenano l'aria. Abbiamo un po' di tregua quando piove e quando gioca il Napoli ma la sera, se vengono meno questi due colpi di fortuna, iniziano i problemi per noi».
Intanto, il Commissario di governo, Gianni De Gennaro e il suo vice, generale Francesco Giannini, hanno pronto il piano, che nelle loro intenzioni, dovrebbe risolvere l'emergenza, in attesa di dare il via alla installazione dei termovalorizzatori. Sarebbero stati ideati una decina di nuovi siti mentre dovrebbero essere riaperte le vecchie discariche. Le popolazioni interessate, si stanno già organizzando per le barricate.
Ed è proprio in previsione di eventuali rivolte, che ieri il Commissariato di governo, ha convocato i questori di Napoli, Caserta, Salerno, Avellino e Benevento, per mettere a punto una strategia nelle zone dove l'ordine pubblico è maggiormente a rischio.
Due contingenti dell'esercito in azione la scorsa notte in alcune zone del napoletano, tra le più afflitte dalla munnezza: Portici, San Giorgio a Cremano, Qualiano, dove negli ultimi due giorni la popolazione è scesa in strada appiccando fuoco ai cassonetti e mettendo autobus di traverso nelle strade del centro, Cercola, Casavatore e Casalnuovo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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