Doppio Zucchero: Live 8 a Roma e Parigi
30 Giugno 2005 - 00:00Sabato al Circo Massimo la sua esibizione nel primo pomeriggio. Poi il bluesman volerà a Versailles
Paolo Giordano
da Milano
Zucchero, si fermi per favore.
«Sto partendo per Parigi».
Ma non suona prima al Circo Massimo?
«A Parigi farò le prove. Poi sabato prendo laereo alle 11, alle quattordici circa sono a Roma. Salirò sul palco del Live 8 dopo lo show degli U2 a Londra, intorno alle 15,15. Aprirò il collegamento tivù italiano con la mondovisione».
Un quarto dora come tutti.
«E alle 18 altro aereo».
Volo privato?
«No, me lhanno proposto ma che senso avrebbe? Un concerto così mica cè tutti i giorni e non mi va di avere questo tipo di favori. Arriverò a Parigi e là suonerò a Versailles alle 22, punto e basta. Venerdì scorso mi ha chiamato Bob Geldof e gli ho detto no perché in fondo non sono mica solo io a spostarmi, con me devono venire anche i musicisti con i tecnici e lo spostamento è molto difficile da organizzare».
Però poi?
«Però poi la mattina dopo mi ha preso la voglia di farlo. Daltronde se gli U2 volano da Vienna a Londra, se i Green Day suonano a Berlino e poi Filadelfia, io mica potevo tirarmi indietro».
Insomma avete capito che Zucchero ha sdoppiato il suo Live 8. Forse perché è del ramo e tra tutti i big italiani è quello col pedigree antiproiettile: ha partecipato a più show benefici di chiunque altro. Due settimane fa, per fare un esempio, era a Tromso, a due passi da Capo Nord per il concerto 46664 organizzato da Mandela contro lAids, e da lì ha riassunto: peccato che i cantanti italiani siano così generosi. Io ho accettato linvito di Geldof per il Live 8, ma gli altri?». Ora «a Roma si rischia loverbooking, cè un cast smisurato» come dice lui.
Però Vasco continua a mancare.
«Più che il no, mi ha sorpreso di più il suo sì iniziale. Stimo Vasco, abbiamo iniziato praticamente insieme e se cè una persona con cui esco volentieri a cena è lui. So che non è a suo agio in certe situazioni e non mi metto di certo a giudicarlo».
Eppure, a differenza di tanti altri eventi simili, questo Live 8 è svincolato dalla politica: non è di destra né di sinistra.
«Perciò gli artisti dovrebbero parteciparci senza pensarci troppo».
Lei che cosa ha pensato.
«Mi è venuto subito in mente un verso di Jimmy Jimmy, il brano di un mio disco di tanti anni fa: «Che la musica scateni una scintilla e arcobaleni rasserenino il mondo».
Però in Italia sembrava un problema di organizzazione.
«Larrivo di Stefano Senardi alla direzione artistica mi ha tranquillizzato. Talvolta purtroppo i manager contano di più degli artisti. Se chiedi qualcosa a Sting o a Clapton, loro ti rispondono subito sì o no. Ma in altri ambienti, bisogna aspettare il parere dei manager. Di sicuro, parlando con gli artisti stranieri, mi sentivo un po a disagio quando in Italia nessuno voleva andare al Live 8».
Che cosa canterà?
«A Roma Overdose damore, Madre dolcissima, Everybodys got to learn sometimes e, se cè tempo, anche Diavolo in me. A Parigi Everybody..., Il volo e Diavolo in me. Tutte con il gruppo, mica solo chitarra e voce».
Glielo avevano chiesto?
«Sì a Roma. Ma salendo sul palco alle tre del pomeriggio non mi sembrava il caso. Col sole. Col caldo. Insomma ho quasi cinquantanni ma mica sono uno da sgabello e chitarra acustica.
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