Un dottore dei poveri specializzato in missioni umanitarie

VICINO AGLI ULTIMI Ha preso la specializzazione in medicina d’urgenza e tropicale per poter esercitare nel Terzo Mondo

VicenzaMauro D’Ascanio non è certo un avventuriero che va in giro per il mondo per il gusto del brivido. Tutt’altro, gli unici brividi con cui aveva a che fare questo medico vicentino di 34 anni erano quelli dei bambini sudanesi martoriati dalla febbre tropicale. Fino a ieri, quando alcuni banditi si sono presentati davanti all’ospedale in cui lavorava, per conto della sezione belga di Medici senza frontiere, a Serif Umra, nel Darfur. Sotto la minaccia delle armi lo hanno costretto a seguirli, assieme a un medico francese e a un’infermiera canadese, e da quel momento da quel villaggio disgraziato è sparito anche l’ultimo raggio di speranza.
Al citofono del condominio dove vive la famiglia di D’Ascanio, poco distante dalla stazione di Vicenza, le solite scene già viste in casi di rapimenti. Cronisti che cercano di sapere e fotografi assiepati all’ingresso. Risponde con cortesia il fratello, Andrea. «In questo momento preferiamo non dire nulla, siamo in attesa. Scusateci».
D’Ascanio si è laureato in medicina a Verona e poi ha preso la specializzazione in medicina d’urgenza e medicina tropicale. L’idea di andare a curare i più sfortunati, quelli che vivono in Paesi dimenticati da Dio, l’ha ispirato fin da quando ha preso in mano i testi universitari. La sezione italiana di Medici senza frontiere rivela che questa era la sua prima missione per conto dell’organizzazione internazionale. Il medico vicentino era in Darfur dal settembre scorso come responsabile medico dell’ospedale di Serif Umra, ma aveva avuto altre esperienze all’estero con diverse organizzazioni umanitarie. In particolare era stato in Guinea Bissau, Messico, Brasile e Guatemala.
A Vicenza lo ricordano tutti come sostenitore di Unicomondo, una cooperativa fondata per la promozione del commercio equo e solidale. Negli anni scorsi D’Ascanio è stato promotore di diverse iniziative in campo sociale. La notizia del suo rapimento ha destato quindi profonda preoccupazione in tutta la città, dove è conosciuto e stimato.
«In questa fase delicata preferiamo mantenere un profilo basso per non compromettere la situazione - hanno dichiarato in serata i familiari del medico, su indicazione della Farnesina che avrebbe già avviato i contatti con i sequestratori -. Siamo preoccupati per Mauro e i suoi colleghi e ci auguriamo che tutto volga al meglio nelle prossime ore.

Speriamo che possiate comprendere questo difficile momento e la nostra richiesta di rispettare la riservatezza per la nostra famiglia - hanno concluso - e vi preghiamo di attendere dai canali ufficiali gli aggiornamenti sugli sviluppi della situazione».

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